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nascarella

Intervista a Salvatore Nascarella, attualmente CME and Social Media Manager presso la SEEd Medical Publishers (editoria medica), e con più di 10 anni di esperienza nell’editoria e nella comunicazione di impresa.
Specializzazioni: MKTG e vendite, comunicazione sui social media, processo editoriale, promozione, pubblicazione, progetti multimedia.
N.B.: in due precedenti articoli su MC2, abbiamo esplorato la storia ed il marketing dell’ebook e degli ereader:[mc2-inizia-il-suo-tour-nelleditoria-digitale] ed anche la strategia ‘win’ di Hoepli su Twitter:[hoepli_1870-e-il-contest-crazytitle-su-twitter]. Non perderli!

1) Cos’è un editore oggi?

La domanda può sembrare banale ma è sempre più frequente incappare in scrittori che si sono ritagliati anche un ruolo nell’editoria o in editori che pubblicano poco e si occupano principalmente del lavoro delle agenzie letterarie: ovvero editing, correzione di bozze…



L’editore è un imprenditore che lavora sui contenuti e li trasforma in libri. La sua mission non è cambiata molto da che esiste l’industria editoriale. L’editore sceglie cosa pubblicare, lo sposa, lo lavora, a volte lo modella, lo promuove e lo vende, assumendone il rischio imprenditoriale.
Buona parte del processo editoriale segue lo stesso percorso da secoli, ma a differenza del passato oggi esistono nuove forme per veicolare contenuti. In poche parole, il mestiere non è cambiato, sono cambiati gli strumenti.
La funzione dell’editore rimane fondamentale, come filtro, come promotore di contenuti, come testimone del tempo, oltre che come parte di un settore economico vivace e percettivo.


C’è da dire che molti oggi, dati gli strumenti nuovi e il più facile accesso a contenuti, si improvvisano editori, pensando che sia sufficiente la passione per la lettura per essere buoni editori (anche solo di se stessi). L’editoria è un settore con un alto livello di professionalità ed è per questo che lavorare in una casa editrice non è facile.





2) Con l’avvento della primavera digitale, troveranno, ancora più di prima, terreno fertile le contaminazioni tra arti nell’editoria? Parole, musica e cinema … insieme?



Personalmente lo auspico. Le contaminazioni sono risorse: tutto si evolve grazie alle contaminazioni.
Non sono ancora in grado di immaginare quale forma prenderà il libro del futuro: nessuno lo sa con certezza. So solo che questo è un periodo ottimo per la sperimentazione in campo editoriale. Ne sono prova le molte start up e la crescente attenzione di quotidiani, giornali e TV per il libro digitale.


Esistono social network dedicati esclusivamente ai lettori (Anobii, Goodreads, Zazie), cosa che non capita per altri gruppi sociali. C’è da dire che, già prima dell’arrivo del digitale, il libro si è mostrato permeabile dalle altre forme artistiche: ha dato vita a versioni cinematografiche, ha ispirato la musica e le altre arti visive e a sua volta è stato influenzato, direi anzi impregnato, dagli stessi.


Sto tenendo d’occhio il mondo dei videogiochi. Credo possa riservare buone sorprese per i prossimi anni, grazie alla capacità di generare storie, al diretto coinvolgimento degli utenti, all’ appeal che può avere per la formazione scolastica e professionale.





3) Nella promozione dei libri, le collane (es. noir, narrativa, poesia) e le riviste, quest’ultime già ridottesi di numero, avranno sempre un posto di rilievo? O dovranno evolversi anch’esse nelle modalità operative di raggiungimento dei lettori?



Dipenderà dalle scelte di editori e lettori. I generi letterari non spariranno: è possibile che ne nascano di nuovi, figli del “meticciaggio” con il digitale, o più semplicemente dei tempi che viviamo.
Il punto è: la promozione del libro deve essere rafforzata dalla promozione della lettura. In quest’ambito, credo stiano facendo un buon lavoro i blogger (consapevolmente o meno). Tutto ciò che aiuta a far conoscere un prodotto editoriale è utile.


Se si fa una rapida ricerca sui social network, è evidente che editori e autori possono essere annoverati tra gli utenti più vivaci: istaurare un rapporto più diretto con i propri lettori è l’obiettivo principe.
L’editoria è narcisista. Non può fare a meno di farsi vedere e i follower editoriali sono spesso fan degni di star del rock …


Per quanto riguarda le riviste, l’Open Access sta già modificando il modo di pubblicare, soprattutto in area universitaria e scientifico-professionale. Vedremo l’evoluzione in altri settori. Certo è che il modello di business è ormai in trasformazione.





4) Le opere rimaste in ombra e quelle degli esordienti hanno più possibilità di emergere grazie all’autopubblicazione o a quei siti che permettono la pubblicazione gratuita nel loro circolo?
La figura dell’editore che futuro si ritaglierà?



Le vecchie pubblicazioni possono trovare una seconda giovinezza. Con il digitale un libro non andrà mai fuori catalogo: sarà sempre lì acquistabile, a meno che non lo ritiri chi ne detiene i diritti.
Sull’autopubblicazione bisognerebbe fare dei distinguo. Tutti possono pubblicare, pochi riescono a vendere e meno ancora a guadagnare a sufficienza anche solo per pagarsi un fine settimana in montagna.
Chi si autopubblica deve anche trovare il modo di far conoscere la propria opera e… non basta spammare sui social network per diventare uno scrittore.
L’editoria e il selfpublishing, pur generando lo stesso prodotto – un libro –, non hanno lo stesso valore. I casi di autori autopubblicatisi che hanno avuto successo si possono contare sulle dita di una mano.
Il selfpublishing può essere comunque un buon trampolino di lancio, utile per testare la propria capacità creativa e per aumentare la consapevolezza dei propri mezzi, ma credo fermamente che il supporto di un editore continui a essere imprescindibile per uno buono scrittore. Certo è che in prospettiva, anche grazie alle possibilità date dalle piattaforme di selfpublishing, parte del settore si stia orientando sempre più verso la gestione dei contenuti, con l’obiettivo di affacciare editori e autori.





5) La distribuzione del libro o ebook, questa kimera!!!
Mi piace citare il caso di Federico Moccia. Da fonte Wikipedia egli, peraltro già affermato autore e sceneggiatore televisivo, pubblicò una prima volta “Tre metri sopra il cielo” nel 1992 a sua spese con una piccola casa editrice, a tiratura di poche copie. Il libro passa quasi inosservato fino al 2004, quando ottiene un enorme boom di diffusione tra i licei romani, viene pubblicato dalla Feltrinelli in una edizione ridotta, fino alla riduzione cinematografica, con tanto di ripubblicazione della versione originale ed integrale del 1992.


Cosa significa “chi la dura la vince “ anche nell’editoria o conviene trovare i mezzi, qualunque siano anche i più semplici e diretti, per incontrare il lettore (individuando il target giusto) faccia a faccia a dargli il libro e poi ci penserà il lettore stesso a farlo diventare un caso letterario?



Intanto, sappi che l’editoria a pagamento è il male.
Scherzi a parte, esistono realtà che pubblicano qualsiasi cosa, purché sia pagato da qualcuno. Ecco, quella non è editoria, a mio parere: è come chiedere al panettiere di pagarsi il pane che produce. Lì l’editore non fa più il suo mestiere, al massimo fa lo stampatore. Riesco a capire il finanziamento di sponsor, ma non lo sfruttamento di un autore o false promesse di fantasmagoriche distribuzioni.


Tornando alla domanda. Portare il libro a conoscenza del target è il primo passo per vendere.
La strada da percorrere per una buona promozione passa da un lavoro di squadra che ha molti giocatori (editore, autore, distributori, librerie ecc.). A loro bisogna aggiungere critici, blogger e lettori forti. Questo vale anche per l’ebook. Senza tattica e pubblico non si va molto lontano.
Esistono piccoli editori che stanno facendo un ottimo lavoro sulle proprie pubblicazioni: invito a scovarli. Io ne ho in mente almeno tre con sede a Torino, ma non dico quali altrimenti ti tolgo il piacere della ricerca…
Per concludere vorrei però fare una precisazione. Sì, chi la dura la vince, ma se un libro fa schifo, poco campa.





6) E per finire, le domande piccanti. Oggi impazza la trilogia “50 sfumature di …” di E.L.James, ieri “ 100 colpi di spazzola” di Melissa P.
Il genere erotico sta vivendo una nuova adolescenza o è una sempre viva giovinezza, o semplicemente vanno di moda i numeri come nei post delle discussioni sui SN, 7 modi x …, 5 strategie di …, 9 punti cardine …



L’editoria erotica riserva spesso sorprese. Sembra una nicchia e poi esplodono casi da best-seller. Un po’ è certo il tema piccante, il fascino del proibito, il giocare con le fantasie. Mi sono chiesto quanto il successo di “50 sfumature di grigio” sia stato condizionato dal suo formato digitale. Insomma, se voglio leggere qualcosa di piccante senza farmi beccare dal mio vicino sulla metro o da chi non voglio che sappia cosa sto leggendo, cosa c’è di meglio di un ereader? Difficile che qualcuno riesca a leggere il titolo di quel che sto leggendo, no?





7) Domanda da ignorantona, nel senso che qui l’ignorantona sono io:
premessa: ISBN = (International Standard Book Number) è un numero di identificazione controllato, di 10 o 13 cifre, che permette agli editori, alle biblioteche, e ai rivenditori di localizzare i libri.
E’ vero che l’lSBN si può acquistare in proprio? Conviene?
Ho sentito parlare di ISBN americano?
Cosa implica avere un ISBN americano e non italiano per la distribuzione? Ogni versione di un libro, prima, seconda edizione, libro con copertina di tipo A, B, C … ha sempre lo stesso ISBN?



A ogni pubblicazione è associato un ISBN di 13 cifre che lo identifica internazionalmente. Non esiste distinzione tra un ISBN italiano e uno americano, se non nella composizione del codice stesso [http://www.isbn.it/ISBN.aspx].
Il codice a barre che si legge sopra o sotto un ISBN serve solo per rendere il lavoro più facile a chi gestisce il magazzino e deve vendere il libro: riassumendo, il codice a barre velocizza il processo commerciale.
L’ISBN non è obbligatorio, ma con esso un libro è più facilmente rintracciabile. E questo in ogni parte del pianeta.
Ogni riedizione deve avere un nuovo codice, così come ogni formato di ebook, mentre per le ristampe si può usare lo stesso codice. È possibile anche pubblicare senza assegnare il codice ISBN da subito e farlo in un secondo tempo
In generale, attribuire un ISBN a una pubblicazione conviene perché ufficializza l’esistenza del libro.





8) Non poteva mancare, dopo tante discussioni sull’argomento, la domanda sull’editoria a pagamento.
Casa editrice = tipografia?



Ho anticipato la risposta in una domanda precedente. Ne approfitto per qualche
puntualizzazione.
Io sono per il classico “Patti chiari, amicizia lunga”. Se cioè una società dichiara
apertamente che pubblicherà un libro solo se qualcuno le coprirà i costi e le
consentirà del profitto, mi sta bene. Sarà poi l’autore a decidere se e come
spendere i propri soldi.


L’autore deve avere ben presente che è lui che si accolla il rischio imprenditoriale
dell’editore, che spesso il suo lavoro non uscirà dal magazzino, che la promozione
sarà pressoché pari a zero, che l’ufficio stampa (se esiste) gli dedicherà poco
tempo e che si è preso a mio parere una “sola”, per dirla alla romana. Se una
persona vuole stampare i propri scritti per amici e parenti è libero di farlo, ma
stia con i piedi per terrà.


Non tutti DEVONO pubblicare…
A chi proprio non resistesse e volesse vedere i propri scritti impolverarsi sugli
scaffali della cara zietta, consiglio a questo punto di rivolgersi a chi stampa in
digitale, almeno risparmierà soldi.
Se invece piacciono gli ebook, allora è facile scegliere tra le piattaforme di
selfpublishing (es. Amazon e Narcissus): almeno il contratto è serio e il modello di
business è ben lontano dall’editoria a pagamento.





9) Lei è anche specializzato in editoria digitale ed opera nel campo medico-farmaceutico dove molta importanza ha il contenuto dei libri o ebook.
Altre differenze, affinità, difficoltà o vantaggi rispetto agli altri comparti editoriali?



Le affinità si concentrano nella scelta e nella cura dei contenuti. Nell’editoria
medica la qualità dei contenuti è fondamentale: una pubblicazione, oltre a essere
ben scritta, deve essere scientificamente valida, ossia deve riportare dati reali,
attuali e comprovati.

È comprensibile che l’attenzione sia massima anche perché si gioca con la salute:
riportare per esempio il dosaggio errato di un farmaco può creare grossi problemi.


Il settore medico può vantare lettori consapevoli, con un grado di istruzione alto,
interessati e obbligati anche da norme ministeriali a tenersi aggiornati. Questa
necessità di restare al passo con quel che accade nel mondo scientifico, fa in modo
che le scelte editoriali siano meno soggette alle mode del momento.
Muoversi nell’editoria medico-scientifica è stimolante: è un settore fortemente
ricettivo, capace di assimilare linguaggi e modi nuovi di lavorare sui contenuti, di
mischiare teoria e pratica, di coinvolgere direttamente i professionisti per
diffondere i risultati proprio lavoro e delle proprie ricerche.







Informazioni su Salvatore Nascarella
twitter.com/nascpublish


CME and Social Media Manager
Torino, Italia
Editoria


Attuale
SEEd Medical Publishers,
Club Dirigenti Vendite & Marketing


Precedente
SEEd Medical Publishers,
CG Edizioni Medico Scientifiche,
In-Folio
Formazione
Universitat Autònoma de Barcelona





















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Ereader, Ebook: un viaggio nella storia, tra i prodotti e le strategie di promozione




Ebook Trend



Quest’anno forse in valigia non metteremo più grossi tomi da leggere pesanti ed ingombranti ma il tablet o l’e-reader per gustarci comunque il piacere della lettura, pur con pochi bagagli.

Infatti, il Rapporto sullo Stato dell’Editoria in Italia 2012 a cura dell’ AIE – Associazione Italiana Editori, ha evidenziato una netta crescita del mercato degli eBook sia in termini di titoli che di fatturato.

E pensare che questo mercato in Italia era ancora quasi inesistente nel 2009!

Però lettori legati al libro di carta rassicuratevi, l’ebook non farà scomparire il libro cartaceo ma piuttosto lo affiancherà.
Infatti, sempre più diffusi sono i siti/blog dove è possibile leggere una piccola parte del libro in versione digitale in modo da creare curiosità nel lettore e da invoglarlo all’acquisto, sia che si tratti di libro cartaceo sia che si tratti di un ebook.

E non è detto che in futuro non nascano forme di promozioni miste che favoriscano la vendita insieme di carta + digitale.





Breve storia dell’ebook



Ebook deriva come termine dalla contrazione di “electronic book” ed indica la versione in digitale di una qualsiasi pubblicazione.
La sua nascita si fa risalire addirittura al 1971 col Progetto Gutenberg.

I primi eBook erano su floppy disk e CD-ROM, solo nel 1998 compaiono i primi dispositivi di lettura ed a partire dal 2006, Sony, Amazon, Booken e Barnes & Noble lanciano ognuno i propri ereader più moderni e sofisticati sui vari mercati americani ed europei.

Nel 2010 vengono aperti i primi servizi di vendita eBook online su larga scala: l’iBookstore di Apple, Google Editions di Google, BibletStore di TIM. Oggi a livello mondiale sono molto usati Amazon, Ebooks.com, Ebooks way ed EBL Ebook library. Molti di essi permettono sia di leggere libri on line sia di farne il download.





Quota di mercato in Italia



In Italia la quota del mercato eBook sul mercato complessivo del libro è passata dal 0,04%, 1,5 milioni di euro di fatturato a dicembre 2010 al 0,08-0,09% a fine 2011, più di 3 milioni di euro, e a giugno 2012 allo 0,9% dei canali trade per 12,6 milioni di euro.

Pur essendo sempre inferiore (di poco) allo 1%, ed inferiore al market share e-book di altri paesi europei quali Uk (6%), Germania (1%), Francia (1%), in Italia la crescita dei titoli eBook è stata impressionante raggiungendo quasi i 20000 titoli di Germania e Francia nel 2011 e superando i 30000 nel 2012.

I titoli ebook erano solo 1619 a dicembre 2009!
Spesa degli italiani per acquisto di e-reader, sempre dal rapporto dell’AIE:
2010: 16,0 Ml euro
2011: 131,0 Ml di euro (+ 718,8%)

Le ragioni di questa crescita esponenziale sono molte: l’ingresso di nuovi operatori nel mercato, anche non editori, i cambiamenti nelle modalità di acquisto dei consumatori grazie alla maggiore reperibilità ed accessibilità del prodotto.
Vige come in altri settori (canzoni, bonus ristoranti …) l’acquisto di impulso, ‘compro ovunque e direttamente dal dispositivo’.

Il lettore di eBook è un lettore forte che legge molto (anche diversi titoli).
Mentre per i libri di carta, è maggiore la % di donne rispetto agli uomini che leggono un libro, per gli ebook è l’inverso, ma questo conferma la tendenza che vede gli uomini maggiormente presenti anche sui SN.

Come generi eBook in Italia sono in crescita la narrativa, i gialli e la fantascienza ed i manuali anche per non addetti all’uso. In più hanno ripreso vita le pubblicazioni “ferme” o inedite e c’è stato un aumento delle vendite all’estero perché l’eBook favorisce l’internazionalizzazione grazie alle traduzioni o alle pubblicazioni ex novo in altre lingue e la vendita immediata in altri Paesi, previa la stipula di accordi di distribuzione.
Oggi, col miglioramento dei formati, si stanno diffondendo anche i fumetti.

La prima piattaforma di distribuzione italiana è STEALTH, e le principali librerie online sono Amazon.it, Bookrepublic, Feltrinelli.it, LibreriaRizzoli.it, Mediaworld, Ultimabooks, ecc.

Oggi, la composizione del catalogo complessivo di e-book – quota per editore (dati rapporto AIE):
Gruppo Mondadori: 14,9%
Gruppo GeMS: 13,2%
Gruppo RCS: 12,7%
Feltrinelli: 5,0%
Gruppo Giunti: 3,3%
Altri editori: 50,9%.

Ha favorito la crescita del mercato anche la crescente diffusione dei dispositivi di lettura nonostante i prezzi medi ancora elevati ed un prezzo medio relativamente basso (11,07 euro) rispetto ai libri di carta, nonostante in Italia, come nel resto d’Europa, l’iva sugli e-book sia molto alta rispetto alla carta (21% Italia – legge Levi del 2011, una media del 19% negli altri paesi europei mentre l’iva sui libri di carta è circa 5 volte meno). Spendo meno, quindi spendo di più.





Carta canta, Ebook balla? Differenze e affinità.



Rispetto al libro di carta cambia tutto e nulla!
La lettura è legata ad un dispositivo, detto eBook reader ed alla durata della sua batteria.
I lettori non sono semplici computer!

Del libro di carta hanno le dimensioni ed il peso, consentono lo scorrere delle pagine o l’inserimento di segnalibri. Con la tecnologia E-ink si può avere la resa di una superficie quasi identica alla carta.

I vantaggi dell’eBook per il lettore risiedono nel minor spazio fisico occupato, insomma un comodino più libero, nel costo di copertina inferiore al libro cartaceo, nella maggiore interazione lettore-autore (per esempio i lettori possono aggiungere dei commenti!) e nell’ immediatezza degli extra perché in parallelo alla lettura possono essere aggiunti video, audio, link … Gli elementi multimediali consentono una migliore comprensione di cose/azioni descrivibili solo con tante parole/righe (es. descrizione di un’operazione medica!).
e l’ebook non pesa, anche se contiene centinaia di libri!

Tutto ciò non toglie che non sia ricreabile l’inconfondibile odore e la sensazione al tatto di una pagina di libro di carta e la bellezza di ritornare a casa dopo un’estenuante giornata di lavoro e vedere la propria libreria colma di volumi di tanti colori e dimensioni diverse!

In più, con l’eBook è più facile abbandonare la lettura e c’è meno stimolo alla fantasia perché i contenuti multimediali la sostituiscono e/o la stimolano di meno in alcuni casi.

Ed un ebook si può rompere!
Un altro lato negativo è che se non si è disposti a prestarselo a vicenda, bisogna comprare un ebook a persona come per le auto!


In ogni caso, ciò che deve contare di più sia per un libro di carta sia per un ebook è e rimane pur sempre un “contenuto di valore”.



Ereader, Tablet, Palmari



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I vari dispositivi hardware disponibili sul mercato si possono suddividere in lettori dedicati e Tablet PC, palmari. Entrambi hanno il dizionario integrato e permettono la ricerca nel testo.

Gli Ereader o Lettori di eBook hanno un ipertesto blindato e basse connettività esterna e integrazione multimedia perchè sono stati appositamente progettati solo con quello scopo.
Alcuni esempi sono l’eReader iLiad di iRex Technologies, il Kindle di Amazon, il Cybook della francese Bookeen o il Sony PRS-505.
I primi modelli o i modelli base replicano la lettura tradizionale (leggo quando ci vedo), ovvero non sono retroilluminati.

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Ora Kobo Glo (Kobo, azienda canadese con Mondadori per distribuzione in Italia) e Kindle Paperwhite (Amazon), nella versione da 129 euro, hanno entrambi la retroilluminazione, in realtà laterale che è ancora migliore per gli occhi, in modo da poter leggere anche al buio e sono entrambi touchscreen (infrarossi vs capacitivo multitouch) ma con il tasto fisico di On-Off dispositivo e Kobo anche il tasto On-Off luce. Kobo è una piattaforma “aperta” e supporta quindi il formato ePub oltre a svariati altri ed ha una memoria espandibile, molto utile se si leggono fumetti.
Kindle ha più tasti fisici.

Anche l’ostacolo della durata della batteria sembra non sussistere più: ad esempio la batteria di Kobo Glo dura 1 mese, quella di Kindle Paperwhite addirittura 2.

Kobo Glo è disponibile in colori nero notte, rosa tramonto, blu luna, argento stellare, nero, segno che si dà sempre più importanza al design e packaging dei lettori.
Entrambi Kobo Glo e Kindle Paperwhite sono disponibili in Italia da ottobre- novembre 2012 e stanno vendendo tantissimo.

Prima, gli ereader in Italia non c’erano o si potevano acquistare solo on-line.

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I Tablet/smatphone invece sono tutti retroilluminati come i monitor dei pc, sono dotati di colori, permettono la selezione/modifica di ipertesto e vantano un’alta connettività esterna e maggiore facilità di integrazione con i multimedia. Il Tablet PC ha anche la possibilità di ruotare lo schermo di 180 gradi in modo simile ad un blocco per gli appunti e di usare un pennino per interagire con lo schermo, ma in generale è un po’ più ingombrante e pesante. Il Palmare, invece, grazie alle ridotte dimensioni può essere facilmente trasportato ma lo schermo è più piccolo di una pagina di un libro in edizione tascabile e dispone di scarsa autonomia.

Ormai non è inusuale vedere gente che legge con i dispositivi descritti nelle occasioni più disparate o in trasferta o in un parco o ad un workshop mentre prende appunti.
Forse il lato più negativo è che l’eBook può richiamare il lavoro per chi anche ‘at work’ è costretto/abituato a leggere molta documentazione elettronica.





Documento e formato elettronico



Non bisogna confondere il documento elettronico di partenza o e-text con il formato elettronico (eBook format) con cui digitalizzare la pubblicazione (ad esempio l’ePub formato aperto che è lo standard maggiormente in uso, Mobipocket (mobi), FictionBook (fb2), LIT formato nativo Microsoft, PDB formato per Palm OS).

All’utente può capitare, di ritrovarsi con eBook che possono essere letti solo con certi tipi di software, oppure con un hardware che non supporta il formato di eBook che si possiede. Per ovviare a ciò, sono nati progetti come l’Open eBook Forum per realizzare un formato di eBook multi piattaforma, basandosi su codice aperto.

Digitalizzare quindi comporta una multi-lavorazione del libro anche perché ad oggi serve ancora un formato elettronico diverso per piattaforme diverse.

La scelta dell’eBook implica un notevole cambiamento per tutti i soggetti coinvolti a partire dalla casa editrice fino all’autore. Lo scrittore deve pensare in modo diverso e più interattivo alla costruzione del libro e dei suoi contenuti, per l’editore invece cambiano le competenze professionali necessarie, il ciclo di produzione, i canali di promozione e vendita e le logiche di magazzino.

I vari formati di eBook, ovvero del documento di partenza, possono essere suddivisi in tre diverse categorie: i formati testuali (i più diffusi), i formati di immagini (BMP , DjVu, JPG), usati soprattutto nei fumetti e nei libri d’arte ed i formati audio.

I formati testuali si suddividono in formati non appositamente ideati per gli eBook (ASCII, CHM, HTML, Ms Word, PostScript, RTF, TeX, PDF) e formati appositi per gli eBook.
Al contrario dei primi, i formati appositamente ideati per gli eBook prevedono la compressione del testo e si adattano meglio ad essere visualizzati sui piccoli schermi e, molto importante, prevedono vari livelli di protezione del documento (DRM), che possono impedirne la copia illecita. Lo svantaggio è che spesso sono dei formati proprietari.

Formati e-book:
ePub: 37,7% (dicembre 2010); 45,4% (maggio 2012)
Pdf: 31,7% (dicembre 2010); 42,3% (maggio 2012)
Doc: 29,9% (dicembre 2010); 3,0% (maggio 2012)
Altri formati: 0,7% (dicembre 2010); 9,3% (maggio 2012)

Quindi, il formato Doc è sempre meno usato,mentre salgono ePub e Pdf.
L’EPUB è attualmente lo standard più utilizzato a livello internazionale per la creazione degli ebook.

In Italia, la prima presentazione europea del formato ePub3 era stata fatta nel 2011. E’ stato elaborato dall’International Digital Publishing Forum (IDPF) -l’organizzazione internazionale che si occupa dello standard di produzione degli ebook.

Con la nuova versione 3 dell’EPUB, che è un formato open e standard, gli editori possono creare prodotti editoriali che abbiano un audio sincronizzato con un testo e questo può essere importante per i bambini, che possono imparare a leggere meglio e più velocemente o permette la creazione di libri illustrati con elementi multimediali e interattivi.
L’EPUB3 inoltre prevede una serie di specifiche finalizzate alla produzione di ebook che siano anche accessibili e quindi fruibili anche da persone con disabilità visive”.





La promozione ed il marketing



Soprattutto nella promozione si usano nuovi strumenti digitali, dalla E-mailing, ai Social network, ai blog e partnership, le relative statistiche, achievements e relativa gamification (es. Kobo), perché al di là di tutto bisogna cercare di fidelizzare i lettori.

Un esempio in tal senso è la nascita nel 2012 di Ebook Mania, la prima rivista letteraria italiana gratuita dedicata agli ebook e all’editoria digitale.

Inoltre sono sempre più diffusi i network di lettori di libri come Anobii o Librarything che permettono l’interazione lettore-lettore e contengono moltissime recensioni.

Del 2011 sono anche Ebook Vanilla, un progetto ibrido tra selfpublishing ed ebbok store ed Edizioni di Karta, una casa editrice digitale che lavora alla diffusione di ebook in Italia con la promozione di opere inedite.
L’ebook, infatti, favorisce l’autopubblicazione.

Gli ereader come Kobo e Kindle hanno accesso diretto alle librerie on-line, rispettivamente di Mondadori e Amazon con il wifi e forniscono le statistiche di lettura (es. quanto manca a fine libro, la % letta del libro, la % letta della libreria …).

Con il KoboGlo si può personalizzare anche l’aspetto dei caratteri in lettura e con la feature “Reading Life” il lettore può interagire con i libri in un modo nuovo e fantasioso: si può ricevere un achievement molto simpatico a seconda del proprio modo di leggere e del proprio orario di lettura (es. “ora di punta” o “attenti alle streghe”), si possono condividere idee e libri con altri lettori con Kobo Pulse, recensire i libri letti e condividerli su Facebook o leggere le recensioni altrui.

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Insomma il nuovo trend dei produttori è di prendere i lettori con l’ironia e di investire nell’interazioni tra lettori-utilizzatori di ereaders anche nei blog e nei social network al fine di creare una comunità di acquirenti e utilizzatori appassionati.

Anche in questo mercato i produttori per distinguersi puntano sui servizi aggiuntivi. Con delle App si può continuare la lettura dell’ebook sul proprio cellulare o tablet o pc.

Il libri si possono convertire da un formato ad un altro con appositi software, e normalmente lo fa il cliente stesso, ma Amazon mette anche a disposizione dei suoi clienti un servizio di conversione automatica via email per inviare documenti o ebook che verranno automaticamente convertiti e copiati sul proprio Kindle.





Editoria digitale



L’editoria digitale comunque non è solo eBook, ma comprende anche il segmento cd-rom, dvd-rom, banche dati on line ed una vasta gamma di servizi erogati via internet tra cui gli audio-libri. Per esempi, negli USA l’11% dei lettori sul totale usa gli audiolibri.

Scopo di questo articolo non è un elogio all’eBook ma la descrizione di una tendenza in atto e del suo impatto sul mercato, le ragioni socio-economiche della crescita dell’ebook mania ed i mezzi di promozione/marketing usati dalle aziende operanti nell’Ebook trend.



Fonti:

Dentro all’E-book Le cifre dell’ufficio studi AIE a dicembre 2011
Dentro all’e-book Le cifre dell’Ufficio studi AIE a giugno 2012
Rapporto sullo Stato dell’Editoria in Italia 2011 a cura dell’Ufficio studi AIE – Associazione Italiana Editori
Wikipedia
“Il caso dell’editoria medica: dalla carta al web SEEd Medical Publishing” presentazione di Salvatore Nascarella, CME and community manager alla SEEd Medical Publishers, al Workshop del CDVM in collaborazione con REDOMINO “Social E-commerce: le nuove frontiere della vendita”, presso il DIGITAL EXPERIENCE FESTIVAL 2012
“Kobo Glo Vs Kindle Paperwhite” di Itomi – socialblog lega Nerd http://leganerd.com/2012/11/25/recensione-kobo-glo/
scritto e preparato da Monica Cordola
Editoria digitale: l’EPUB3 è la migliore innovazione tecnologica in campo editoriale del 2012 (su sito AIE)
http://www.ebookreaderitalia.com/libro-o-ebook-questo-e-il-falso-dilemma/ e non perdetevi il video Livros versus E-books qui citato















Soon on MarketCool, interviste a chi di editoria si occupa veramente! Stay tuned.







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