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Foto di Daniele Catarozzi – Strategia

[Vol. 1] Pensavo fosse amore e invece era un calesse, l’idea non basta…

[Cit. film del 1991 diretto da Massimo Troisi]

Oggi vi racconto qualcosa che forse vi cambierà la vita o almeno il modo di osservare le cose intorno a voi.

Mi capita spesso di passeggiare per strada e notare, soprattutto nel quartiere dove vivo, vecchie attività che chiudono e nuove che sorgono nei locali lasciati vuoti dalle precedenti “avventure” di business.
Escludendo quelli che già a prima vista si rivelano degli “epic fail” e che raramente durano più di un anno, mi è capitato a volte di notare idee innovative, dislocate in posizioni strategiche e parlando con la mia “socia di vita” (l’altra cibernauta marketer per intenderci) poter dire “cavolo che bella idea che ha avuto, se gioca bene le sue carte questo fa il botto”.

Bene molto raramente quelle persone hanno “fatto il botto” il perché lo andremo ad analizzare nelle prossime righe…

Evidentemente non hanno giocato bene le carte a disposizione, ma di quali carte parliamo? È facile parlare con il “senno del poi” giusto?


È proprio per questo che il senno ce lo dobbiamo mettere prima!
Vi state chiedendo in che modo? Bene vuol dire che siamo sulla stessa lunghezza d’onda.

Affronterò attraverso più articoli i vari aspetti da analizzare. Questa volta iniziamo da cose pratiche e “spicciole” ma che possono fare la differenza tra una attività di successo ed una fallimentare.

Sì perché se non partite con il piede giusto è molto probabile che nell’arco di uno o due anni dovrete chiudere bottega se non peggio… ovvero, dichiarare fallimento con tutto quello che comporta.

Vi sto spaventando vero?
Molto bene perché la paura vi mantiene vigili, avere una idea e “subodorare” il business che ne può venire non significa avere già una attività funzionante per le mani.
Piccolo consiglio: se pensate di aprire una azienda facendo lo spin-off dall’attività per la quale state lavorando come dipendenti è il caso che vi leggiate prima questa [Intervista]

Allora da dove iniziare? L’analsi dei costi e del budget


Se riusciamo ad avere una idea abbastanza precisa dei costi a medio termine potremo poi passare alla fase di analisi SWOT e del fatidico Business Plan (di questi due aspetti ne parleremo in altri articoli), ma prima di tutto dobbiamo renderci conto quanti soldini servono per trasformare la nostra idea in attività di business!

La prima cosa da fare è quindi iniziare a raccogliere dati; le informazioni sui costi sono fondamentali ed è proprio il focus di questo articolo. Spesso sottovalutiamo alcune voci dei centri di costo: queste voci “occulte” sono i principali nemici. Sottovalutando alcuni centri di costo si ottengono informazioni fuorviani che ci porteranno ad avere delle difficoltà una volta avviata l’attività.

Facciamo alcuni esempi, avete pensato sicuramente alla ristrutturazione dei locali, ai costi fissi per l’affitto, l’energia elettrica, l’acquisto del magazzino (inteso come eventuali beni da rivendere), eventuali royalties per il marchio se aderiamo ad un franchising, i costi di commercialista e ciò che come minimo dovremo versare allo stato?
Ci avete pensato bene?… Quindi abbiamo tutto quello che ci serve… Cosa ne dite ci buttiamo in questa nuova avventura?
Ecco fatto sotto trovate la stupenda foto del nostro fiammante shop! 😉

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[Foto di Fabio Catarozzi – Portobello Road]

Ok ora siamo pronti per fare fallimento…



No, non strabuzzate gli occhi, se pensavate che i costi per l’apertura di una piccola attività sono tutti qui e avete esaurito il budget a disposizione con l’adempimento degli obblighi derivanti dalle voci di costo che ho elencato sopra vuol dire che avete dimenticato una bella fetta della torta e questo vi porterà ad un epic-fail!

Cosa manca nella lista dei costi?
Semplice mancano le voci “Advertising” e “Costi del personale”.

Sì, lo so che la seconda voce per voi non esiste siete da soli non dovete pagare nessuno…
Sbagliato (dovrete pur portare a casa la pagnotta) se lavorate nella vostra attività è d’obbligo mettere in conto anche il vostro stipendio, gli utili dovranno arrivare al netto di tale voce di costo, se è l’unica cosa che riuscite a gaudagnare dal vostro business è uno stipendio è meglio che vi mettete a cercare un lavoro da dipendente, frutta di più e vi da meno preoccupazioni (nonostante il periodaccio)!

Altro aspetto dei costi del personale che non viene quasi mai preso in considerazione è la voce “costi per la formazione”.
Sì lo so… siete bravi in quello che fate e avete avuto una idea geniale da trasformare in business, ma dovrete formarvi su diversi aspetti, aprire una azienda comporta la necessaria acquisizione di competenze, un investimento che ha costi di attuazione più elevati di quanto immaginiate.

Ok a questo punto il meno è fatto… Sì il meno perché se pensate (o vi hanno fatto pensare) che basterà aprire un negozio fronte strada e tutti non vedono l’ora di entrare nella vostra attività per spendere i propri soldi vi state sbagliando di brutto!
Forse poteva funzionare nell’800 quando a Torino si inventò la produzione industriale del cioccolatino da salotto, tempi d’oro e di cioccolato, che sono iniziati e finiti piuttosto velocemente per molti, in fondo se la frase “Fare la figura del cioccolataio” arriva da un lontano passato ancora alle nostre orecchie ci sarà un motivo.

Carichi di dolci promesse passiamo alla voce chè più dovrà pesare soprattutto nei primi anni di vita della vostra nuova fiammante attività, la pubblicità!

No non mi dire che non ci sono i soldi e che se la possono permettere solo le grandi aziende…

La risposta alla domanda ma “è proprio necessario spendere soldi in questo?”…

Sì ne avete proprio bisogno: senza pubblicizzare la vostra attività, arrancherete a morte tutti i giorni e vi vedrò ora dopo ora davanti alla porte delle rispettive botteghe fare quattro chiacchiere con il negoziante vicino che come voi sta attendendo il cliente sperando che scenda dal cielo come la combinazione vincente del Superenalotto.
Non ti preoccupare, vi darete pacche di conforto sulle spalle a vicenda perché è colpa della crisi se non ci sono clienti, è colpa della crisi se voi non portate la sacrosanta pagnotta a casa!

Quindi se non volete passare le giornate a darvi pacche sulle spalle a vicenda è il caso che valutiate il costo della pubblicità prima di iniziare.

Quali strumenti possono essere utilizzati? Ce ne sono tantissimi ma direi di approfondire questi concetti in articoli differenti, per il momento ricordate di calcolare bene i costi da sopportare nei primi 2 anni di attività (incluso il budget pubblicitario) e poi valutate i soldini che riuscite a raccimolare, se sono meno dei costi che dovete sostenere allora è proprio il caso di meditare una temporanea “cassettizzazione” del progetto fino al raggiungimento del budget necessario!

Ringrazio Frank Merenda per gli spunti di riflessione che mi hanno portato alla redazione di questo articolo!

Scritto da Daniele Catarozzi