https://www.high-endrolex.com/1
smm Archives - MC2 Marketcool
https://www.high-endrolex.com/1

Bcom

Gentili colleghi Cibernauti questa sera vi presento un evento dedicato al web marketing e al commercio elettronico.
Essendo nato e vivendo a Torino vi assicuro che le persone da queste parti quando si mettono in testa di fare qualcosa lo fanno ad un livello esponenziale…

Mi pregio quindi di presentare “BCom” e vi invito a leggere l’articolo che ho scritto per l’evento, lo trovate a questo link…


[E-commerce un piccolo passo per l’uomo un grande passo per il business]




Sicuro che chi è costantemente a “caccia” di nuovi clienti saprà far frutto di parole e incontri…

Quindi… Se siete alla ricerca di idee interessanti e costruttive sapete dove trovare le risposte!!! 😀

Daniele Catarozzi


















itomi_02

E’ la nostra prima intervista on-line!!
Intervistiamo Antonio Moro, alias Itomi.
Sebbene Antonio Moro possa vantare oggi moltissime esperienze come “art director”, tanto che prima di sapere dei suoi 34 anni, leggendo il suo cv on-line pensavo fosse un ultracentenario :-), oggi approfondiamo la sua esperienza professionale come creatore di Lega Nerd, il blog in crowdsourcing di cui abbiamo parlato ampiamente nell’articolo [MysteryCool: Lega Nerd, un social blog di successo], scatenando una discussione di più di 80 commenti.


E ora iniziamo …


Itomi, ora immagina che io sia Daria Bignardi, ti ricevo nel mio studio ampio e pieno di pubblico … come misura di tette ci siamo 🙂 … mi mancano solo le camicie di seta!!!
Iniziamo con le domande.


Itomi o Antonio Moro, definisci la tua % Nerd?
E dicci in 4 parole la % rimanente che cos’ è, ovvero che persona sei.


Premesso che essere nerd va ben oltre lo stereotipo che si è creato negli ultimi
anni, se dovessimo prendere come parametro i “canoni” nerd classici allora credo che
avrei un index molto alto.


Ho avuto la grande fortuna di essere nato “al momento giusto” per vivere in prima
persona alcune delle più importanti rivoluzioni della tecnologia, dal primo periodo
dei computer e video games alla nascita di internet.

Il mio primo computer è stato un Commodore 64, arrivato come un “messia” in casa mia facendo finire la NES in garage.
Ho vissuto la prima fase di “internet” quando già da anni mi collegavo alle BBS locali e internazionali con un adattatore telematico
della Sip collegato al C64. Quando è arrivato il web per noi era già “casa”, per il
resto del mondo solo un nuovo sistema di comunicazione con un grande potenziale.


Ho vissuto tutta l’epoca dei provider internet locali, con i loro abbonamenti
costosissimi e tutta la “moda” di “appropriarsi” degli abbonamenti utilizzati in
luoghi pubblici, come biblioteche o locali che mettevano a disposizione un
collegamento internet a pagamento.

Tanto che appena uscito da scuola ci sono andato a lavorare per un provider, facendo
il “web designer” quando ancora eravamo qualche decina in Italia a saper programmare
in HTML.

Sono cresciuto a suon di giochi di ruolo e mondi fantasy, ho vissuto l’epoca di
Dungeons & Dragons quando la TSR era la TSR. Ho continuato a giocare di ruolo da
quando avevo 12 anni ad oggi che ne ho 34.
Ancora oggi il giovedì sera gioco con
gran gusto, alternando un gruppo che gioca a Star Wars RPG in cui interpreto un
contrabbandiere interplanetario ad un altro gruppo in cui faccio uno stregone nella
Terra di Mezzo con GiRSA.

Ho frequentato club di giochi di ruolo prima e ludoteche poi da sempre, ho avuto la
grande fortuna di crescere in una zona d’Italia in cui il gioco intelligente ha
trovato luoghi di aggregazione molto prima che in altre. Ravenna da quando ho
memoria è sempre stata piena di ludoteche, negozi di fumetti, club privati e simili,
vere e proprie tane di nerd.

Leggo fantasy e fantascienza, tra le altre cose, da quando so leggere. Ho iniziato
ad usare sistemi 8086 da quando c’era solo MS-DOS e ho vissuto la nascita di
Windows.


Ho avuto la fortuna di frequentare un istituto superiore, l’I.T.I.S di Ravenna, che
aveva, per l’epoca (anni novanta), un laboratorio di informatica decente e,soprattutto,
una biblioteca con uno dei primissimi accessi internet per gli studenti in Italia.
Fondamentalmente rompo il cazzo online da quando esiste “online” e lavoro su internet da quando esiste il web. Sono abbastanza stereotipo? 🙂




Oggi si parla sempre più spesso di economia sostenibile, di riciclo e consumo etico, alla radio imperversa Mister Planet ed in TV mister Green.
I nerd sono anche green?


Io parlo per me, ogni nerd ha le sue idee in proposito immagino. Io trovo che per
quanto i temi di cui parli siano importanti e fondamentali per il continuo della
nostra specie… gli ultimi picchi su sostenibilità ed ecologia sono un’ipocrisia da
abbraccialberi.




Lega Nerd è nata nell’ottobre 2009. Hai iniziato da solo questa avventura?

Lega Nerd arriva dopo un periodo passato a scrivere prima per altri e poi per miei blog,
in cui ho fatto un sacco di esperimenti con WordPress.
WP e gli altri primi CMS in php hanno dato a chi come me è più grafico che programmatore
la possibilità di sviluppare blog prima e community poi molto semplicemente.
Ho sempre sviluppato da solo o quasi i miei siti.




Quanto tempo ci dedichi ogni giorno a parte gli altri lavori che svolgi?
Come ti organizzi?


Difficile dire un numero di ore giornaliere. Lavoro in ufficio su internet tutto il
giorno e la sera porto a casa il portatile, oltre ad avere tablet e smartphone
sempre connessi. Su LN posso lavorare, correggendo bozze di articoli, rispondendo ai
commenti o nei forum, praticamente 24 ore su 24.
Posso passare un giorno o due senza che lo guardi e giornate in cui rimango incollato tutto il giorno. Fortunatamente il
mio primo lavoro mi permette di gestire liberamente i tempi e posso quindi
organizzarmi come credo.

In generale? Passo un mucchio di tempo a lavorare su Lega Nerd, che sia lo sviluppo
di nuove feature o la correzione di bug oppure la gestione della community o, per
finire, la scrittura di nuovi articoli.




Quanti collaboratori hai per Lega Nerd?

Mi aiutano tutta una serie di amici e volontari, che siano promossi ad editor o
autore o che siano semplici collaboratori che inviano un articolo in bozza… sono
comunque parte della community per quanto mi riguarda e tutti hanno parimenti
contribuito al successo del sito.


A parte me l’unica altra persona “ufficiale” è Gianluca Zamagni, che ci fa da
sistemista e cura appunto il lato server della questione: Una parte a dir poco
cruciale visto i picchi di traffico che abbiamo raggiunto negli ultimi tempi.




Qual’ è secondo te il futuro del social media marketing in Italia?

Facebook si sta muovendo egregiamente. Ha messo a disposizione tutti gli strumenti
che ci servivano per promuovere i nostri contenuti, sia attivamente che
passivamente, statistiche, possibilità di promuovere i post a pagamento, strumenti
di integrazione diretta e indiretta tra blog e network.


Sono nati e nasceranno altri network sociali che possono essere interessanti per
alcuni target come scrivevo prima, ma in generale il social marketing vero si fa su
Facebook in Italia. Twitter e Pinterest sono ancora troppo poco utilizzati e Google+
è troppo di nicchia.

Facebook ultimamente pare voler monetizzare ad ogni costo e potrebbe forse stringere
le cinghie per chi di social marketing campa, limitando i servizi gratuiti in favore
di altri a pagamento.

E’ finita da un pezzo l’epoca in cui bastava fare una pagina dedicata al “culo” per
avere milioni di fan. Ora la competizione è fortissima, ma d’altro canto anche
l’audience è aumentata a dismisura e credo ci sia ancora spazio per tutti senza
grossi problemi.

Vedo sempre più professionisti specializzati in social marketing in Italia: Questo è
bene, il mercato sta evolvendo finalmente e sta diventando maturo, per lo meno in
certi ambienti.

Tutto questo mi ricorda molto quando è nato il webdesign: Tutte le professioni
legate ad internet hanno seguito un cammino simile, d’altronde.

Le possibilità sono infinite, viviamo in un’epoca bellissima in cui ci si può
reinventare abbracciando nuove professioni da un anno all’altro.




Chi è Itomi e cosa ha fatto:

Antonio Moro, meglio conosciuto come Itomi: ad oggi 27 dicembre 2012, 3273
articoli, 9737 commenti, 2527 amici, 45 gruppi seguiti su Lega Nerd…

Ha creato Lega Nerd nel 2009, il famosissimo social blog in crowdsourcing
dedicato alla cultura Nerd/Geek. Specialità: UX/UI Design, Graphic Design,
Brand Design, Social Marketing.


Attualmente e fin dal 2007 è il direttore creativo di Vae Victis
[http://vaevictis.it], uno studio italiano che produce videogames (OMG!)
che ha fondato insieme ad altri quattro soci.

Ha creato un paio di anni fa un blog che si chiama “Incauto Acquisto”
[http://incautoacquisto.com] dove le aziende spediscono materiale da recensire.

Nel 2002 inizia la sua avventura come Direttore Creativo di E-TREE, the
il più grande webdesign studio in Italia. Dal 2003 è Direttore Creativo presso
BlueLemon, uno studio dedicato ai WebGames, VideoGames ed alle
applicazioni RealTime 3D. E’ stato anche Direttore Creativo per WebTour Studio ed
ha sviluppato “TravelMix” brand, ilTour Operator di Mirabilandia.

Nel 2001 è stato partner e Direttore Creativo in Mimic Digital Contents,
creando contenuti digitali e format per Internet, la televisione ed il
teatro (con Mimic ha lavorato per la Triennale di Milano, per l’Eliseo di
Roma ed il teatro la Fenice di Venezia).
Negli anni 2000 e 2001 ha organizzato con Mimic e DollyDesign la prima e
più grande conferenza italiana di WebDesign: PixelDNA.


E’ stato il fondatore nel 1997 di IHGG, il primo newsgroup dedicato ai
giochi di ruolo in Italia, ai tempi super seguito e del sito web IHGGOL e
nel 1998, insieme ad Enrico Maioli, il fondatore di “DollyDesign” ora
dismessa, la prima webdesign community in Italia.

Non perdetevi il sito Itomi creative
[http://itomicreative.com/] e … ovviamente [http://leganerd.com].
























Foto di Daniele Catarozzi – Medusa

Se state pensando di aprire un e-commerce fate attenzione al prossimo articolo perché potrebbe lasciarvi pietrificati!!!


Daniele Catarozzi… che poi sarebbe l’altro Cibernauta Marketer e Direttore commerciale della MIDHGARD, nel workshop del CDVM dal titolo “Social E-commerce: le nuove frontiere della vendita”, tenutosi in occasione del DIGITAL EXPERIENCE FESTIVAL 2012, ha fornito un’accurata esplorazione del rapporto tra mondo digitale e mondo del business, analizzando l’evoluzione dell’e-commerce ed i rischi e le opportunità dei nuovi mezzi digitali applicati alla vendita ed al marketing.

La crescita dell’E-Commerce in termini numerici è stata impressionante: il suo fatturato è passato da 1,645 Miliardi di € nel 2004, anno in cui D. Catarozzi ha fatto la sua prima esperienza di e-commerce, a 18,970 Miliardi di € nel 2011.
(Fonte Casaleggio Associati)

Ma il cambiamento e la crescita sono avvenuti anche in termini di strumenti utilizzati e di percezione da parte del consumatore.

All’inizio, il volano delle crescita è partito dal Drop Shipping (che permette vendere senza immobilizzare capitali), dalle aste sul web, per arrivare all’avvento dei grandi operatori online.
Il Drop Shipping o Drop Ship, sconosciuto a molti, è un modello di vendita grazie al quale il venditore vende un prodotto ad un utente finale, senza possederlo materialmente nel proprio magazzino, senza necessità di investire grossi capitali o tanti dipendenti, mentre, dal canto suo il dropshipper aumenta più facilmente la propria rete vendita.
Il venditore può vendere sia personalmente sia attraverso siti internet di commercio elettronico o di aste online.
Molto più diffuso in America, dove è nato, che da noi, non nasconde rischi e problemi: nella maggior aprte dei casi i margini di guadagno ridotti “all’osso” più è facile entrae in un mercato più competitor vi troverete a fronteggiare, più bassi saranno i margini dando un vantaggio competitivo alle aziende che hanno più capacità di investimento in advertising, è difficile l’integrazione in tempo reale con i dati di stock dei fornitori, questo causa disservizi per l’acquirente finale, che soprattutto nel caso di acquisti con pagamenti tramite bonifico bancario dove l’accredito dei fondi avviene con un lasso di tempo che varia dalle 24 alle 120 ore può trovarsi di fronte a ritardi nella consegna dei beni dovuti ad esaurimento scorte, altre eventuali complicazioni per l’acquirente finale possono essere dovuti a oneri doganali e l’utilizzo difficoltoso della garanzia, soprattutto quando il dropshipper o la sua merce si trovano in paesi al di fuori della Comunità europea. Negli anni 2004-2006, vendere in DropShip era più facile a causa del fatto che Internet non era saturo di siti e-commerce e c’erano molti meno grandi operatori online.
Oggi non si può pensare di fare dropshipping senza promozione e senza una analisi accurata di mercato ed una campagna di marketing adeguata, punti fondamentali per la buona riuscita del progetto saranno l’organizzazione e il monitoraggio continuo dell’attività, senza dimenticare le risorse umane, assicuratevi di aver in staff persone esperte di comunicazione tramite il web, una persona che segua costantemente i feedback dei clienti sui SN e tanta tantissima pazienza!!!
Di fondamentale importanza resta la perfetta organizzazione dei reparti aziendali ed in particolar modo un efficiente customer care!

Poi si diffusero le aste on line, Ebay & Company: ancora oggi si possono citare siti come:
www.mettingart.it
www.ebay.it
www.astemobili.it
www.asteonline.it
www.aste.com
www.astereverse.com.

Ed infine l’avvento dei Giganti, a titolo esemplificativo e in ordine casuale:

Google, Amazon e Apple store.

I primi E-Commerce erano come delle bancherelle sul web in cui mostrare con immagini invitanti i propri prodotti.
Moltissima attenzione veniva data al prezzo: il consumatore si serviva dei Motori di comparazione dei prezzi, oggi ancora presenti ma per lo più nel settore turistico ed alberghiero, e per la promozione dei siti si ricorreva alla Indicizzazione delle parole chiave ed alla pubblicità con articoli sulle Riviste di settore soprattutto in ambito informatico.



Il Cambiamento



Le tecnologie cambiano… oggi invece si parla di blog, sistemi wiki, di condivisione di articoli scritti dai membri delle community, in 2 parole di social commerce, l’evoluzione in senso web 2.0 dell’e-commerce.
E sono mutate anche le abitudini degli utenti.
L’utente vuole comunicare con noi, vuole fare domande, ricevere risposte, trovare oltre al prodotto un servizio o un valore aggiunto. L’utente è molto più preparato di un tempo.

Le 95 TESI del Cluetrain Manifesto.
N°1: I mercati sono conversazioni
N° 12: Non ci sono segreti. Il mercato online conosce i prodotti meglio delle aziende che li fanno. E se una cosa è buona o cattiva, comunque lo dicono a tutti.

Non si guadagna più online con “nessun investimento” e con “poco know-how”.
C’è molta più concorrenza.
Per riuscire a vendere nel mondo web 2.0 bisogna saper padroneggiare nuovi strumenti:
– Social Network (Social Media Marketing)
– News
– Filmati (Un video esplicativo vale più di 1000 manuali)
– Slide show (Una immagine comunica più delle parole)
– Blog
– Search engine Marketing
– Pr On Line
– Guerrilla Marketing; Viral marketing,
– Ambient Advertising e Neuro Marketing per la location on site (ok chiamiamolo negozio) quasi d’obbligo perché gli utenti hanno anche bisogno di concretezza…

Impariamo 7 piccole regole



– Avvicinarsi alle community
– Ascoltare
– Trasmettere Veri Valori
– Offrire contenuti di qualità
– Essere sempre coerenti e trasparenti
– Mantenere informati tutti i dipendenti sulle politiche di social marketing dell’azienda
– Lasciare la possibilità agli utenti-clienti di esprimersi, ma dettare delle regole.

Cosa fare per iniziare:
Prima di iniziare un progetto è necessario analizzare il mercato e scegliere i prodotti giusti in base alla strategia aziendale, a volte si può scegliere di utilizzare brand e prodotti a maggiore penetrazione e minore margine, l’ideale sarebbe iniziare con dei prodotti pilota per valutare l’effettiva redemption e poi stabilire i piani strategici, altro aspetto è l’analisi della Web Reputation dell’azienda, se già esistente o del brand che si propone se si vende un prodotto di terze parti, in questo modo si potranno evitare situazioni a dir poco imbarazzanti e potenzialmente dannose all’investimento appena effettuato.
Inoltre, è fondamentale capire cosa interessa ai propri utenti o meglio stabilire su quale target operare, ma non dimenticate che il “target” sono persone, non abbiate paura di comunicare con loro.
Non indirizziamo l’utente sul nostro negozio utilizzando comunicazioni ingannevoli o escamotage…Avremo solo perso del tempo!

Il Social Commerce



Cosa è il Social Commerce (Fonte Wikipedia)
«Il Social Commerce è l’evoluzione in senso web 2.0 del commercio online (ecommerce), che consente una maggiore interattività e partecipazione da parte dei clienti, attraverso blog, sistemi wiki e la condivisione di articoli scritti dai membri delle community ».
Grazie alla rete che favorisce uno continuo scambio di conoscenza, i mercati sono più informati, più intelligenti e più esigenti rispetto alle qualità. Le aziende possono ora comunicare direttamente con i loro mercati, ma devono farlo con voce umana e non artificiosa, condividendo i problemi della loro comunità, e dimostrando di appartenere ad essa.
Un Esempio: caso Ikea. Sul sito si trovano i prodotti, il catalogo, le news, ma anche idee; gli utenti possono lasciare commenti, inserire foto, proporre suggerimenti. Inoltre è presente la call to action: vedo una cosa e la compro subito.

Il Mobile Commerce
L’acquisto di impulso è altamente favorito dalle potenzialità del Mobile Commerce. Grazie ad App, o altre applicazioni o grazie a sistemi come Groupon, Groupalia si può agire sulle leve che inducono il consumatore all’acquisto, rendendo i l prodotto allettante e subito disponibile.

Cosa è il Mobile Commerce

(Fonte Wikipedia)

“Il Mobile Commerce è una qualsiasi transazione che implica il trasferimento di proprietà o di diritti all’uso di beni e servizi, la quale è avviata e/o conclusa attraverso l’uso di dispositivi mobili connessi ad una rete di computer.”

Se ancora non ne avessimo coscienza, oggi siamo parte di un mondo in cui i bambini sono Digital Native, in cui il numero di messaggi di testo spediti e ricevuti ogni giorno eccede il totale della popolazione del pianeta ed in cui gli anni per raggiungere un mercato di 50 milioni di utenti sono 38 per la Radio, 13 per la tv, 4 per internet, 3 per l’i-pod, fino a 2 per Facebook (fonte: video “Did you Know”).



Internet permette delle conversazioni tra esseri umani che erano semplicemente impossibili nell’era dei mass media. Queste conversazioni in rete stanno facendo nascere nuove forme di organizzazione sociale e un nuovo scambio della conoscenza.
Il digitale non è la soluzione vincente o l’unica soluzione, è un mezzo-modo aggiuntivo per fare vendita e marketing, ma occorre essere preparati, investire e soprattutto LAVORARE … TANTISSIMO!

Scritto da Monica Cordola – Contenuti di Daniele Catarozzi

Se siete dei “Jedi marketer” devoti e con una incondizionata fede nel web marketing non vi consiglio di proseguire oltre, perché in questo articolo espongo il pensiero di un Jedi marketer che è passato al “Lato Oscuro” e che svelerà l’altra faccia della medaglia… o meglio… mi vestirò dei panni di chi proprio, non capisce, non crede in queste cose e non reputa importante o proficuo investire nella “Forza del Web”.

Ok se volete continuare comunque a leggere, sappiate che lo fate prendendo atto che, come ogni Sith che si rispetti ci andrò giù pesante!!!! 😉

Partiamo da un semplice concetto, “la storia la scrivono i vincitori” quindi se alla fine delle Star Wars i Sith avessero vinto, avreste visto una saga basata sull’oppressione di Cavalieri Jedi, reazionari, fanatici che mantengono il potere con il terrore imposto dalle spade laser, persone che sopprimendo i propri sentimenti vessano creativi che utilizzano amore, odio, rabbia… per trarre beneficio da tali sensazioni e plasmare l’universo a proprio piacimento…



Insomma Vincent Van Gogh e Salvador Dalì… come minimo sarebbero stati spacciati!

Per fortuna alla fine son stati sconfitti e il pacifico e “liberale” Impero Galattico ha trionfato… ma andiamo al sodo.

Nel mio viaggiare attraverso l’universo ho conosciuto vari tipi di Jedi e di Sith vediamo di fare chiarezza sulle caratteristiche salienti degli uni e degli altri.



Il Jedi Marketer fervente

Questo è uno dei personaggi che si incontra abbastanza facilmente nell’universo web nella galassia dei Social Network, di solito si lamenta del fatto che i Sith e le persone in generale non lo capiscono.

“Gli Altri”… coloro che, Il Jedi Marketer Fervente, definisce in gergo “Il Management” oppure i “maledetti” CEO delle PMI, proprio non comprendono gli innumerevoli benefici della “forza del web”, anzi… i Jedi Ferventi, arricchiscono di dettagli le loro infinite lamentose recriminazioni, di quanto i Sith ed il Management, siano sciocchi a non rendersi conto che l’unica strada sia quella della “Forza buona del web…” pensano che questi individui se sono dove sono è per puro mistero legato a qualche aspetto della “Forza” che non padroneggiano ancora!!!



Ok ora espongo la mia visione Sith…

Caro “Jedi Marketer” perché non ti spogli un attimo della tua veste di marketer e se devi vendermi un concetto non ti metti un attimo ad ascoltare le mie esigenze e non inizi a parlare la mia lingua, potresti in questo modo spiegarmi quali sono i benefici di ciò che mi stai proponendo e potremmo cercare delle soluzioni in sieme!

Insomma… sii un poco meno Jedi e un poco più Watto, il Toydariano venditore di parti usate di astronavi… (vedi La minaccia fantasma e L’Attacco dei Cloni).



Mi capita spesso di intervenire ad alcune conferenze sull’advertising e ascoltare testimonianze di “Jedi Marketer” che sono comprensibili solo a noi del “mestiere”, mi guardo intorno e vedo le facce ceree dei CEO e del “management” appena si parte con la solita pletora di acronimi… SEO, SMM, SMO, SEM, DEM, PPC… E-Commerce, social commerce… Il Pulcino Pio… Ma ragazzi stiamo scherzando?

Un imprenditore cosa può fare… è interventuo all’evento investendo tempo prezioso, per cercare di avere spunti di riflessione su come migliorare il suo business e si trova ad ascoltare una comunicazione in codice delle “forze speciali”!

Quando si parla poi di quantificare i benefici di investimenti nella “Forza del Web” è impossibile farlo, perché se si mettono in una stanza cento “Maestri Jedi Marketer” ognuno avrà una opinione diversa e poi ci si lamenta che il management non capisce???



I’Apprendista Jedi Marketer

Guardatevi dall’apprendista, intriso di fervore mistico cercherà di convincervi a tutti i costi di intraprendere la strada del “Lato Buono della Forza”, vi proporrà investimenti minimi per fare salti al limite dell’incredibile ma puntualmente dimentica mille aspetti collaterali.

Piccoli esempi che puntualmente vengono dimenticati o accantonati come aspetti di poco conto, gli e-commerce necessitano di ingranaggi logistici ben oliati ed investimenti importanti in advertising per funzionare, un progetto di marketing deve prevedere più canali ma soprattuto deve essere programmata una strategia, altrimenti il rischio di investire inutilmente è decisamente alto.

I budget per il marketing si abbassano in periodi di crisi e si deve massimizzare il risultato con quello che si ha, a volte il budget è vicino al vuoto assoluto dello spazio… 😉

Per questo gli errori vengono poco “tollerati” quindi una pianificazione accurata è uno degli strumenti migliori per evitare costosi errori, comunque per ogni eventualità…


Consiglio lo stile di incentivazione Sith…




Il Lato Oscuro e la visione finale
Essendo un Sith a questo punto decido che forse non mi interessano le idee degli altri Sith quella è una cosa da Jedi e inizio ad immaginare un universo plasmato intorno alle mie… di visioni creative…

Forse nessuno ha ragione, forse dovremmo cambiare completamente approccio cambiare modo di vedere l’universo, i Sith e compagnia bella dovrebbero capire che di alcuni investimenti non si può calcolare un ROI, che esiste la brand reputation e che i benefici di alcune strategie si vedono nel lungo termine, i Jedi d’altro canto non devono per forza percorrere la loro strada incuranti di ciò che accade per le strade del mondo, perché business is business e se non si vende si va tutti a casa!



Big thanks to David Grosso (Charlotte USA) for the ideas on the Dark Side!

scritto da Daniele Catarozzi

https://www.high-endrolex.com/1