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Il Venditore è un Gladiatore... non un Legionario!

Il Gladiatore è addestrato ad utilizzare i varchi nelle difese avversarie in modo professionale!

Come alcuni di voi sanno, mi piace la storia e mi affascina scoprire e studiare la vita quotidiana delle popolazioni che ci hanno preceduto.

Oggi vi parlerò di vendita prendendo ad esempio lo stile di azione di due tipologie di “guerrieri” vissute durante il periodo dell’Impero Romano – Il Legionario ed il Gladiatore.

Iniziamo dal Legionario, salterò tutta la parte descrittiva ed organizzativa legata agli inquadramenti delle truppe per arrivare al punto che ci interessa, (non sto scrivendo un trattato storico).
Dovete comunque sapere che i successi militari dell’antica Roma erano dovuti principalmente alla tattica militare attorno alla quale veniva organizzato l’esercito, diviso in Legioni, ogni legionario era attrezzato ed addestrato al fine di essere un elemento della tattica.

Pensateci bene ogni fante era protetto da una Lorica segmentata, un elmo ed uno scudo rettangolare, armato di Pilum (una lancia astata dalla caratteristica forma), ed un gladio (corta spada particolarmente efficace nelle mischie).
Il soldato era schierato in formazioni compatte ed avanzava insieme ai compagni lo scopo era schiacciare gli avversari con la forza bruta spingerli con gli scudi e utilizzare il gladio per colpire (questo nelle brevi distanze, prima venivano usati i pilum che una volta lanciati erano studiati per piegarsi al fine di non essere riutilizzati dal nemico).

Di seguito un breve filmato tratto dalla serie tv “Rome”



Tornando alla vendita ecco perché non reputo il venditore un Legionario, non serve a nulla essere una macchina da guerra in stile “panzer”, avanzo per la mia strada e travolgo tutto quello che incontro.
Perché il confronto con i potenziali acquirenti è giocato su un campo di battaglia diverso, (di sicuro non in campo aperto).
Chi difende ha dei contrafforti piuttosto solidi, il venditore che prende “di petto” alcuni aspetti legati alle caratteristiche del prodotto non produrrà risultati, anzi vi dirò di più infastidisce l’interlocutore, questa tattica dell’avanzare ad ogni costo non è efficace, tanto meno infervorarsi per cercare di far cambiare idea ad una persona con ogni mezzo!

Il venditore secondo me è più simile ad un Gladiatore, perché questi lottatori erano addestrati all’uso delle armi in modo sopraffino ed esclusivo, portavano protezioni minime e spesso gli elmi erano studiati per diminuire il campo visivo del gladiatore in modo da aumentare la difficoltà dei combattimenti.
Il confronto avveniva cercando i punti in cui potersi inserire nelle difese dell’avversario, erano più degli atleti addestrati a sfruttare ogni centimetro, esitazione e punto debole per ottenere la vittoria (giusto perché ne stiamo parlando vi informo che raramente i combattimenti si concludevano con l’uccisione di uno dei gladiatori, perché era molto dispendioso sia in termini di tempo che di denaro addestrarli).

Ecco un altro breve filmato tratto dalla serie “Spartacus Blood & Sand”
[Attenzione “Immagini Crude” – sconsiglio la visione in presenza di bambini o a soggetti particolarmente sensibili]




Ora non voglio equiparare le fasi della vendita ad una vera e propria battaglia ma vorrei esaltare quelle che sono alcune caratteristiche che ritengo importanti al fine di concludere efficacemente degli appuntamenti di vendita!

Di sicuro insistere su una caratteristica prodotto o argomento è potenzialmente sbagliato, per due semplici motivi il primo è che apriamo la guardia a varie obiezioni sul prezzo e sulla concorrenza, la seconda è che rischiamo di rendere fastidioso e ripetitiva la discussione se mi hai fatto notare una caratteristica è inutile che me la ricordi per 150 volte.
Piuttosto si dovrebbe cercare di capire quale è l’argomento/terreno fertile che possiamo utilizzare per andare a concludere la trattativa.

Nella maggior parte dei casi, questo “terreno fertile” viene riassunto in un bisogno specifico di cui l’interlocutore sente particolarmente la pressione.
I mezzi che noi abbiamo a disposizione sono i nostri prodotti, la nostra bravura deve essere quella di proporre il prodotto come soluzione di quella specifica esigenza, certo che se non abbiamo compreso quale sia questa esigenza sarà inutile mettersi lì a tirare fendenti a casaccio, perché il gladiatore che abbiamo di fronte ci piazzerà facilmente la stoccata vincente… la classica frase “interessante ci devo pensare, le farò sapere!”

Quindi armiamoci di santa pazienza e sforziamoci di essere più elastici e meno monolitici, ci aiuterà sicuramente ad essere più efficaci durante gli incontri, indaghiamo sulle effettive esigenze e diamo soluzioni mirate o almeno esponiamo le caratteristiche del nostro prodotto necessarie a soddisfare la specifica esigenza emersa!

[Scritto da Daniele Catarozzi]

Approfondimenti:
[La Legione Romana]

[Il Legionario Romano]

[I Gladiatori]


















Pergamena

…mai sarà in dubbio il risultato di 100 battaglie!


L’arte della guerra (Sūnzǐ Bīngfǎ, 孫子兵法) è un trattato di strategia militare attribuito, a seguito di una tradizione orale lunga almeno due secoli, al generale Sunzi (in cinese: 孫子; pinyin: Sūnzǐ; Wade-Giles: Sun Tzu), vissuto in Cina probabilmente fra il VI e il V secolo a.C.
Importante è stato il ritrovamento di un manoscritto in lingua originale vergato su un rotolo di bambù intorno al III secolo a.C.
[Cit. Wikipedia]

Cercando ispirazione sul web mi sono imbattuto in alcune frasi celebri di questo trattato e penso che diventerà una delle mie prossime letture, non tanto perché sono un guerrafondaio ma perché molte frasi possono aiutarci a riflettere sulla quotidianità del nostro lavoro.

Oggi baserò alcuni miei ragionamenti sulla frase “Conosci il nemico, conosci te stesso, mai sarà in dubbio il risultato di 100 battaglie!”

Conosci il tuo nemico…


Lungi da me indicare il prossimo come “nemico” ma se sostituiamo tale parola con “interlocutore” vedrete che la prospettiva cambierà notevolmente.
Tutto quello che diciamo durante un confronto sia futile che importante passa attraverso la nostra conoscenza della realtà e dell’argomento e soprattutto della percezione del mondo e dalle esperienze che viviamo nel quotidiano, questo come potrete notare limita il nostro “terreno di azione” in base ai mezzi che abbiamo per reperire le informazioni, un contadino dell 800′ avrà avuto un campo di azione molto più piccolo rispetto ad un suo collega del 2013, ovvio la possibilità di spostarsi, vedere cose diverse e soprattutto l’alfabetizzazione e la divulgazione delle informazioni attraverso il web gioca tutto a favore del contadino contemporaneo.

A questo punto mi chiedo perché così spesso tutta questa mole di informazioni fondamentali sul nostro interlocutore non viene utilizzata?
Perché se abbiamo a disposizione il profilo Linkedin del nostro “nemico” non lo andiamo a leggere e verifichiamo le sue competenze piuttosto che i progetti che ha seguito o segue?

In realtà la risposta è semplice, l’utente medio del web è diventato pigro e la velocità con cui si scambiano i messaggi cresce quindi le informazioni restano lì dove sono e non vengono usate durante i confronti proprio come se stessimo parlando verbalmente con l’interlocutore in quello stesso momento!

Quindi il primo errore da evitare se vogliamo seguire la regola dell’informarsi è quello di scrivere di getto senza pensare, bastano 30 secondi in più per prendere un minimo di informazioni almeno sappiamo che ci sono argomenti sui quali possiamo confrontarci e valutare le nostre lacune in modo da utilizzare lo scambio di pareri per colmarle.

Altro aspetto da non sottovalutare, il web è uno strumento potente e come propaga una immagine positiva di noi se scriviamo contenuti utili, così efficacemente diffonde anche i nostri errori, facendoci regredire agli occhi di tante persone perdendo tutti quei benefici che con tanta fatica stiamo ottenendo attraverso le azioni di personal branding.
Dobbiamo capire che la nostra comunicazione deve essere vissuta come un flusso umano one 2 one ma calibrata per essere recepita da molti!

Conosci te stesso…


Ho meditato a lungo su questo aspetto, nel libro si intendeva conosci i punti di forza e di debolezza del tuo esercito, ma non solo essere conscio delle proprie strategie preferite, essere conscio dei propri limiti e della propria cultura, questo secondo me ogni tanto ci sfugge, manchiamo di quello spirito critico che ci spinge ad accendere campanelli di allarme durante le discussioni che ci devono spingere ad approfondire di più gli argomenti e poi rielaborare il nostro modo di vedere l’argomento, portarci ad un confronto continuo che ci permette di crescere!

Sono sicuro che alcuni formatori criticheranno questo articolo perché già in passato mi hanno tacciato di troppa teoria su alcuni argomenti, ma lo scopo di queste parole deve essere solo uno spunto di riflessione, non un corso operativo di trattativa!

Spero di aver risvegliato i giusti “demoni” in voi e vi auguro buon lavoro!!!

Scritto da Daniele Catarozzi

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