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Enrico Maria Rosso
44anni!!! Ha fondato la REWEN Group, societa’ leader nella ristrutturazione di imprese in crisi… (quindi il lavoro non gli manca :-)) Ha diretto per 14 anni un’ importante divisione di una Multinazionale francese con sedi in tutto il Mondo. E’ il Rappresentante Onorario della Camera di Commercio Americana per il Piemonte. E’ nel Board di ASSOCOMPOSITI (Associazione Nazionali Compositi e Affini) con funzione di Responsabile delle Relazioni Esterne. E’ Vicepresidente di APVA, l’Associazione Nazionale dei Professionisti legati al vetro dell’automobile. Ha lavorato presso Hutchinson/LJF Adhesives e Sealant Division Italy. Come abbia trovato il temp per questa intervista, non si sa ma c’è riuscito! 🙂



1) Oggi le condizioni migliori per le startup sembrano essere negli Stati Uniti a New York ed in Europa in Germania, grazie agli incentivi ed all’impegno delle amministrazioni pubbliche a sostegno dell’innovazione e dei giovani startupper e con la creazione di private/public partnership.


Le imprese italiane che si affacciano sui mercati internazionali sono poco più del 10% anche se in aumento continuo dal 2007 (fonte: articolo “Agenda digitale e Start up, boccata d’ossigeno per l’Italia” di Giampaolo Colletti – 13 dicembre 2012 su il Fatto Quotidiano).


Cosa consiglia a chi apre una startup? Gettarsi subito verso il mercato estero o rimanere in loco? Qualche consiglio utile per cercare partner e finanziatori?



Bisogna puntare su startup innovative: è importante fare un’accurata analisi del mercato su cui posizionarsi.
I prodotti ormai maturi sono da abbandonare in favore di prodotti con impieghi innovativi.


Mi piace citare la teoria dell’Oceano Rosso e dell’Oceano Blu, se il primo è colmo di squali-concorrenti, il secondo è libero e sicuro: ovvero puntare su mari aperti e liberi, questo è il segreto.


Per fare un esempio pratico, quando ormai la PlayStation 3 di Sony la faceva da padrona sul mercato dell’entertainment elettronico, la Nintendo ha lanciando nel 2006 la Wii,la consolle per videogiochi interattiva senza fili che riproduce lo sport-il gioco reale sorpassando ampiamente nelle vendite le rivali Microsoft e Sony.


Per rispondere alla domanda se sia meglio puntare subito al mercato estero: non necessariamente, si può anche rimanere in Italia. Per esempio, la Camera di Commercio del Piemonte organizza ogni anno un incontro chiamato “brain calling” in cui aziende grosse incontrano giovani startupper che presentano progetti innovativi.




2) Se è vero che la disoccupazione giovanile ha raggiunto il 40% nei primi mesi del 2013, anche il numero dei licenziati over 45 è aumentato della stessa percentuale dal 2011 al 2012.
E’ possibile ricreare quel rapporto di “mentoring” che esisteva una volta tra lavoratori giovani e meno giovani all’interno delle aziende?


Faccio un esempio pratico: un tempo si andava a bottega e se eri capace e ti davi da fare il bottegaio di insegnava tutto dalla A alla Z e dopo aver trascorso diversi anni come ausiliario potevi aprire con successo una tua bottega.


Perché le aziende non credono in queste forme di cooperazione interna e crescita comune e di formazione diffusa e continua? Per lei che ha una visione molto internazionale dell’impresa, ci sono esempi di aziende che effettivamente portano avanti programmi di questo tipo in Italia o all’estero?


Perché in periodo di crisi i lavoratori, le imprese invece di sostenersi a vicenda e di promuoversi con la promozione reciproca, si mettono ancora più in difficoltà? A chi giova una guerra tra giovani disoccupati ed ex lavoratori meno giovani.



Con l’aumento delle aspettative di vita, anche chi è più vicino all’uscita dal mondo lavorativo ha ancora piacere di mettersi in gioco, è ancora in piena attività.
Un discorso di mentoring si potrebbe ricreare ma va ben oltre di qualcosa che si possa istituzionalizzare, perchè è un processo che passa attraverso la parte culturale della persona. Certo, si può incentivare ma non istituzionalizzare.
La guerra tra generazioni non giova a nessuno perchè le aziende hanno bisogno di giovani “con esperienza”.




3) Non solo Pil, produttività o spread, la distanza fra Italia e Germania è anche sui salari. Secondo una graduatoria Istat, nel nostro paese la retribuzione oraria lorda è inferiore di oltre il 14% rispetto a quella della Germania, del 13% sul Regno Unito e dell’11% sulla Francia. Dove gli stipendi sono tra i più bassi d’Europa, ma pur sempre più alti che in molti altri paesi.
Forti divari si registrano pure fra neoassunti e `anziani´, tra uomini e donne, con un `gap´ di oltre il 20% a sfavore delle lavoratrici, tra dipendenti con titolo accademico e quelli con la sola istruzione primaria.
Cosa fare?



Gli imprenditori italiani non giocano al ribasso sui salari per interesse. Se le persone valgono possono fare la differenza.
Oggi non paga più essere uno dei tanti, bisogna fare qualcosa di diverso.
Le aziende necessitano di giovani preparati. Per esempio, essendo io stesso titolare di azienda (fondatore della Rewen), apprezzerei un candidato che si presenti ad un colloquio dicendomi “ho fatto un’analisi dei prodotti della sua azienda e questo suo prodotto potrebbe essere venduto di più in questo modo: ….”.
La proattività è l’arma vincente.

Se si offre qualcosa in più, il salario sale di conseguenza.
Quando si fa un colloquio bisogna presentarsi dicendo NON “cosa posso fare per voi”, ma “Io per Voi posso fare questo!”.
Sono indispensabili capacità, professionalità e passione.




4) Ad una conferenza lei ha detto che ditte tedesche riescono a vendere automobili in Cina con volumi molto più grandi di noi. In cosa dobbiamo migliorare?



I prodotti tedeschi hanno dalla loro performances e qualità maggiori nella percezione del consumatore finale.
L’approccio italiano è vincente nel problem solving e dotato di elasticità maggiore, ma a volte troppo superficiale.
Bisogna che noi Italiani produciamo prodotti migliori ma anche nei modi e secondi criteri migliori.




5) Quali sono le iniziative che la Camera di Commercio degli Stati Uniti in Piemonte sta portando avanti e come?



Principalmente creiamo sinergie tra aziende americane ed aziende italiane forti in America.
A maggio per esempio è prevista una visita del governatore del Carolina del sud per attrarre investimenti americani qui in Italia ed aiutare le imprese italiane ad investire in America.




6) In Cina lavorano tante ore al giorno ed anche i sabati e le domeniche. Per noi veramente il futuro sarà andare in quella direzione quando i nostri avi tanto hanno lottato per avere orari migliori che diano spazio anche alla famiglia?



Sì purtroppo serve maggiore flessibilità: il lavoro bisogna prenderlo quando c’è e come c’è.




7) Sulla Repubblica era uscito un articolo di Federico Rampini, in cui si diceva che dall’outsurcing si passerà al quicksourcing, ovvero delocalizzazione rapida, riavvicinando le produzioni manufatturiere, per esempio spostando parte della produzione manifatturiera statunitense dalla Cina al Messico.
Secondo lei, gli equilibri economici e geografici sono destinati a cambiare ed in che modo?



Sì gli equilibri cambiano ed anche velocemente. Oggi un imprenditore deve essere velocissimo nel cogliere i mutamenti del mercato anche delocalizzando. Ma anche una produzione fatta bene in Italia potrebbe rivelarsi vincente nel lungo periodo.




8) La Svizzera con un referendum storico vinto col 67,9% di voti favorevoli e l’appoggio di tutti i cantoni ha messo un tetto agli stipendi dei manager delle società quotate in borsa ed ha vietato le liquidazioni milionarie ed i “paracaduti dorati” versati ai dirigenti anche in caso di risultati economici non conseguiti e in un periodo di crisi.
E’ di febbraio la notizia del licenziamento dell’AD di Groupon in seguito a dei risultati al di sotto delle aspettative.
Il mercato sta diventando più severo anche per i dirigenti? Solo all’estero o anche in Italia?



I top manager sono pagati molto e, quindi, devono fare la differenza. Oggi un dirigente deve avere una visione globale del mercato, deve essere eclettico, saper cambiare mentalità da una settimana all’altra, saper parlare più lingue e bene, interfacciarsi con una pluralità di Paesi differenti.



Enrico Maria Rosso
Email:
rosso.piemonte@amcham.it
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Intervistatrice: Monica Cordola