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[Capelli di Fata - foto di Cinzia Rui]

[Capelli di Fata – foto di Cinzia Rui]

Spesso mi imbatto in imprenditori che mi chiedono consigli sul SEO, per far comparire più in alto nei motori di ricerca i propri prodotti, insomma come posizionarsi in cima in modo che tutti vedano le pagine del loro sito!

La risposta è semplice devi attuare delle politiche di SEO per il tuo sito, anzi il sito deve essere studiato appositamente per il SEO e dovrai affidarti a dei professionisti del settore altrimenti… ciao non ti posizionerai mai!

Ora mi direte che questa è la cosa più importante di tutte vero?
Perché se non si è in grado di posizionarsi tra i primissimi risultati su Google nessuno potrà scoprire la bontà del nostro prodotto rispetto a quelli della concorrenza!

Ecco… vi aspettavo al varco… Sbagliato!
Ora vi spiego il perché!

Forse stiamo perdendo di vista un aspetto piuttosto cruciale il solo indicizzare un prodotto sui motori di ricerca (per quanto il vostro sia di qualità eccelsa) non basta!

Proprio così pensate un poco quando fate una ricerca su Google e guardate i risultati, cosa succede?
Ci sarà naturalmente il primo link poi il secondo e via dicendo io ne apro almeno 4 o 5 in schede diverse del mio browser e poi inizio a leggere la prima cosa che salta all’occhio è il prezzo, convenite con me?

Il problema è che per quanto bello e buono possa essere il mio prodotto il navigatore percepirà poco e niente della qualità che si offre tanto i prodotti elencati sono tutti uguali o tendenti all’esserlo perché voi come altri imprenditori vi state focalizzando sulle caratteristiche del prodotto che raramente vengono percepite come il valore aggiunto che proponete.

Vi faccio un esempio: dovete far fare le magliette brandizzate per il vostro merchandising aziendale allora iniziate a cercare in giro i siti dove vi stampano il logo e tutto il resto se il primo sito si posiziona con una campagna legata alla estrema qualità del cotone e quella dei colori che utilizzerà nella produzione basando la propria offerta “accattivante” solo sulle caratteristiche del prodotto probabilmente entrerà in concorrenza con i 25 risultati successivi e probabilmente acquisterete il prodotto da chi offre il prezzo migliore e una qualità simile non per forza uguale, il motivo principale di questo approccio all’acquisto è dettato dal fatto che l’acquirente non è un esperto del settore e tutti quanti sul mercato si stanno focalizzando su “il mio prodotto è di qualità”, retaggio di uno stile di posizionamento dettato dalle esperienze degli anni ’90 dove si andava a ritagliare la propria nicchia di mercato basandosi sul prodotto artigianale o di qualità superiore rispetto a quello industriale.

Quei tempi sono passati e bisogna trovare nuove soluzioni per differenziarsi e posizionare il proprio prodotto in primo luogo sul mercato prima che sui motori di ricerca.

Tornando all’esempio di prima si potrebbe puntare su un servizio aggiuntivo, del tipo ti fornisco le magliette per quantità suepriori a 100 pezzi stampiamo un 2D Barcode sulla maglietta stessa che rimanderà ad un portale dedicato all’azienda cliente dove chi riceve il gadget può iscriversi ed interagire creando una community legata al brand in qeustione, in questo modo sto posizionando il mio servizio/prodotto perché sono il primo a farlo, sfrutto strumenti nuovi e di aggregazione che possono portare anche un beneficio al reparto marketing dell’azienda che può utilizzare i dati per altre attività promozionali!

Avete in questo modo appena creato la C-Shirt… Community Shirt!

magliette

Quindi anche se propongo il mio prodotto ad un prezzo livemente più alto sto creando del valore aggiunto per l’acquirente!

A questo punto e solo a questo punto… una volta pianificata la strategia di prodotto devo impegnarmi nel SEO per indicizzare il brand sui motori di ricerca!!!

Spero che l’articolo sia stato di vostro interesse e vi invito a lasciare commenti e altri spunti di riflessione che possano tornare utili a tutti nel form dei commenti al fondo dell’articolo…

Presto altri contenuti sempre dedicati alla PMI… Stay Tuned!

[Scritto da Daniele Catarozzi]




















Il Business Plan questo sconosciuto!

[Vol. 2] Il Business Plan questo sconosciuto


Come promesso nel precedente articolo affrontiamo un argomento spinoso e spesso visto più come un fastidio che come uno strumento veramente utile, il Business Plan.

Iniziamo da un bel concetto… il business plan è utile serve per ottenere finanziamenti dalle banche.

Siete d’accordo?

Finalmente qualcosa su cui siete d’accordo…
bene allora vi informo che state guardando quell’oggetto del mistero focalizzandovi solo sul suo dito mignolo al posto di osservare l’intero corpo!
Il business plan serve anche per ottenere i soldini dalle banche che ci servono per avviare l’attività ma quello è uno degli aspetti a margine, perché la cosa fondamentale è che intraprendendo tutto l’iter che ci porterà alla stesura del documento emergeranno criticità ed aspetti del mercato che ci faranno capire da subito se l’idea che abbiamo avuto è attuabile o meno… Mal che vada abbandoneremo il progetto prima di buttare via soldi e rischiare un bel fallimento!

Altro aspetto importantissimo il nostro Business Plan è una “Roadmap” che ci aiuterà sia nelle fasi di startup che durante i primi anni di vita del nostro progetto, parlo di progetto e non di azienda perché un “BP” può essere redatto anche per sviluppare del nuovo business da parte di aziende già esistenti, che vogliono approcciare nuovi mercati o semplicemente aprire una filiale in altre aree!

Ora che vi ho convinto a redigere un bel business plan per lanciare la vostra idea possiamo iniziare!
Un’oretta di lavoro e via possiamo stamparlo cosa ne dite?

Speravate di metterci anche meno tempo?

Vi capisco fare il compitino è noioso… forse è però è meno noioso che passare del tempo con il vostro avvocato quando dovrete andare a depositare i libri in tribunale1

Quindi bando alle ciance ed affrontiamo qualche idea un poco più concreta anche perché per redigere un buon business plan ci metterete settimane quindi è meglio mettersi il cuore in pace e focalizzarsi sul proprio business, esatto se volete avere successo dovete per forza pianificare tutto!
In primo luogo è fondamentale avere le idee chiare e capire dove e come reperire le informazioni ci si può rivolgere a professionisti o a vari enti ed associazioni per farci aiutare nelle varie fasi dell’analisi e della stesura del piano di fattibilità, ad esempio per chi risiede a Torino, come abbiamo già accennato in un paio di articoli da noi pubblicati, c’è il [MIP della Provincia di Torino]

Inizierei con una testimonianza, persone che partono da una idea e pianificano e realizzano un progetto commerciale di successo, vi ricordo che anche Grom è partita così per ottenere ad oggi un successo mondiale.



Tralascerei la parte prettamente compilativa del documento al fondo potrete trovare due Link con una descrizione schematizzata per punti su come impostarlo.

Invece in questa parte dell’articolo scriviamo quelle che sono le difficoltà operative di alcuni aspetti che trovo fondamentali.

L’analisi di Mercato


Questa è una delle fasi più improtanti e che vi porterà via tantissimo tempo, perché anche se conoscete il mercato di riferimento dovrete fare particolare attenzione a tantissimi aspetti quali l’area di influenza, la concorrenza diretta e anche indiretta in tale area, altro aspetto fondamentale è la previsione della velocità di reazione dei concorrenti soprattutto quelli indiretti perché spesso passano più inosservati ma ci possono poi creare dei problemi sulle previsioni della nostra roadmap.

[L’esempio]
Vi faccio un semplice esempio, ipotizziamo di voler aprire un piccolo locale di pizza al taglio da asporto, scegliamo un’area dove apparentemente non ci sono concorrenti diretti solo un piccolo supermercato e qualche bottega di alimentari e primizie, l’area è appetibile perché vicino ad un comprensorio scolastico.
Apriamo e otteniamo subito un ottimo rientro dovuto ad una campagna marketing di volantinaggio di fronte all’ingresso dopo un paio di giorni abbiamo la nostra bella coda davanti al negozio nelle ore cruciali come previsto…
Risultato dopo la prima settimana i nostri concorrenti indiretti si sono accorti della possibilità di aggredire quell’area di mercato ed hanno già reagito proponendo nel supermercatino la pizza al taglio con una offerta simile alla nostra.
Quindi il bacino di clienti che inizialmente avevamo previsto viene eroso, certo la nostra pizza è più buona è calda ma all’inizio pensavamo di avere il monopolio sull’area di influenza ed invece non è così.

Diventa molto importante essere bravi ad osservare tutti i potenziali concorrenti e organizzare le nostre strategie prevedendo anche tali situazioni meno lampanti.
A questo punto una volta individuato la concorrenza diretta ed indiretta consiglio di utilizzare una [Matrice SWOT] questo ci permetterà di comprendere i punti di forza e debolezza del nostro prodotto e di pianificare conseguentemente le fasi operative.

La Strategia Marketing


Questo è uno degli aspetti che spesso si tralascia nelle PMI ed invece per la buona riuscita di una startup o di un progetto diventa fondamentale pianificare una strategia marketing e stabilire un budget adeguato alle esigenze.

[L’esempio]
Tornando all’esempio di prima la nostra pizzeria potrebbe decidere di posizionarsi anche su un mercato di nicchia e produrre la pizza per celiaci [è un mercato in crescita come spiegato nel nostro ultimo articolo sul tema], a questo punto la strategia di marketing potrebbe variare in base a questa scelta sul prodotto e utilizzare strumenti web di geolocalizzazione, accordi con associazioni legate all’argomento, realizzazione di campagne web con la pubblicazione di contenuti on line, propagazione del materiale pubblicitario attraverso le farmacie, e via dicendo!

L’organizzazione operativa dell’azienda e del ciclo di produzione


Questo è un aspetto molto complesso per riuscire a pianificare la produzione si deve conoscere bene l’argomento non si può improvvisare quindi o si conosce approfonditamente perché abbiamo fatto esperienza sulla produzione dell’oggetto/servizio che intendiamo offrire, oppure dovremo formarci o rivolgerci ad un professionista.
Sempre tornando al nostro esempio dovremo iscriverci ad un corso per pizzaioli e poi ad uno per la certificazione degli impianti e del personale, per la produzione di cibi per celiaci.

L’organizzazione e gestione del personale


Questa parte è abbastanza delicata perchè oltre a mettere nero su bianco nomi e mansioni bisognerà scegliere chi fa cosa ed in che modo.
L’unico consiglio che posso darvi è prendere in considerazione le abilità e le attitudini di tutti prima di promuovere una persona in un ruolo è fondamentale che tale individuo si senta a suo agio con quel vestito addosso.
Come dicevo in precedenza questo documento non serve solo ad ottenere i fondi necessari al progetto ma deve diventare un punto di riferimento e di condivisione di obiettivi e vision aziendali tra tutti i componenti del team!

La stesura degli obiettivi a breve e medio termine


In questa fase è importante pianificare le attività per il raggiungimento di obiettivi sia di breve termine che di medio, dovremo essere in grado di pianificare la ormai famosa roadmap che descrive le tempistiche che ci porteranno ad essere operativi ed in grado di iniziare ad introitare ricavi!
Consiglio per questa fase di utilizzare un software per la generazione di un [Diagramma di Gantt] (tra gli approfondimenti trovate il link al sito di un progetto open source dove potrete scaricare gratuitamente un software specifico per la pianificazione delle risorse)

Eccoci giunti alla fine di questo articolo, naturalmente ci sarebbero tantissime altre cose da dire, ed argomenti da approfondire ma spero di avervi almeno dato qualche informazione utile, intendo approfondire in futuro singoli aspetti del Business Plan e della pianificazione dei vari aspetti operativi della messa in opera di un progetto su [Sail4Sales]

Se volete aggiungere idee o opinioni oppure porre domande in merito all’articolo potete farlo nei commenti al fondo, che ho lasciato assolutamente liberi!

Scritto da Daniele Catarozzi

Fonti e approfondimenti:

[Come fare un Business Plan in 10 mosse – il Sole 24 ore]

[Imparare a scrivere un Business Plan efficace – Ninja Marketing]

[Gantt Project cross platform desktop tool for project scheduling and management]

Pergamena

…mai sarà in dubbio il risultato di 100 battaglie!


L’arte della guerra (Sūnzǐ Bīngfǎ, 孫子兵法) è un trattato di strategia militare attribuito, a seguito di una tradizione orale lunga almeno due secoli, al generale Sunzi (in cinese: 孫子; pinyin: Sūnzǐ; Wade-Giles: Sun Tzu), vissuto in Cina probabilmente fra il VI e il V secolo a.C.
Importante è stato il ritrovamento di un manoscritto in lingua originale vergato su un rotolo di bambù intorno al III secolo a.C.
[Cit. Wikipedia]

Cercando ispirazione sul web mi sono imbattuto in alcune frasi celebri di questo trattato e penso che diventerà una delle mie prossime letture, non tanto perché sono un guerrafondaio ma perché molte frasi possono aiutarci a riflettere sulla quotidianità del nostro lavoro.

Oggi baserò alcuni miei ragionamenti sulla frase “Conosci il nemico, conosci te stesso, mai sarà in dubbio il risultato di 100 battaglie!”

Conosci il tuo nemico…


Lungi da me indicare il prossimo come “nemico” ma se sostituiamo tale parola con “interlocutore” vedrete che la prospettiva cambierà notevolmente.
Tutto quello che diciamo durante un confronto sia futile che importante passa attraverso la nostra conoscenza della realtà e dell’argomento e soprattutto della percezione del mondo e dalle esperienze che viviamo nel quotidiano, questo come potrete notare limita il nostro “terreno di azione” in base ai mezzi che abbiamo per reperire le informazioni, un contadino dell 800′ avrà avuto un campo di azione molto più piccolo rispetto ad un suo collega del 2013, ovvio la possibilità di spostarsi, vedere cose diverse e soprattutto l’alfabetizzazione e la divulgazione delle informazioni attraverso il web gioca tutto a favore del contadino contemporaneo.

A questo punto mi chiedo perché così spesso tutta questa mole di informazioni fondamentali sul nostro interlocutore non viene utilizzata?
Perché se abbiamo a disposizione il profilo Linkedin del nostro “nemico” non lo andiamo a leggere e verifichiamo le sue competenze piuttosto che i progetti che ha seguito o segue?

In realtà la risposta è semplice, l’utente medio del web è diventato pigro e la velocità con cui si scambiano i messaggi cresce quindi le informazioni restano lì dove sono e non vengono usate durante i confronti proprio come se stessimo parlando verbalmente con l’interlocutore in quello stesso momento!

Quindi il primo errore da evitare se vogliamo seguire la regola dell’informarsi è quello di scrivere di getto senza pensare, bastano 30 secondi in più per prendere un minimo di informazioni almeno sappiamo che ci sono argomenti sui quali possiamo confrontarci e valutare le nostre lacune in modo da utilizzare lo scambio di pareri per colmarle.

Altro aspetto da non sottovalutare, il web è uno strumento potente e come propaga una immagine positiva di noi se scriviamo contenuti utili, così efficacemente diffonde anche i nostri errori, facendoci regredire agli occhi di tante persone perdendo tutti quei benefici che con tanta fatica stiamo ottenendo attraverso le azioni di personal branding.
Dobbiamo capire che la nostra comunicazione deve essere vissuta come un flusso umano one 2 one ma calibrata per essere recepita da molti!

Conosci te stesso…


Ho meditato a lungo su questo aspetto, nel libro si intendeva conosci i punti di forza e di debolezza del tuo esercito, ma non solo essere conscio delle proprie strategie preferite, essere conscio dei propri limiti e della propria cultura, questo secondo me ogni tanto ci sfugge, manchiamo di quello spirito critico che ci spinge ad accendere campanelli di allarme durante le discussioni che ci devono spingere ad approfondire di più gli argomenti e poi rielaborare il nostro modo di vedere l’argomento, portarci ad un confronto continuo che ci permette di crescere!

Sono sicuro che alcuni formatori criticheranno questo articolo perché già in passato mi hanno tacciato di troppa teoria su alcuni argomenti, ma lo scopo di queste parole deve essere solo uno spunto di riflessione, non un corso operativo di trattativa!

Spero di aver risvegliato i giusti “demoni” in voi e vi auguro buon lavoro!!!

Scritto da Daniele Catarozzi


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Enrico Maria Rosso
44anni!!! Ha fondato la REWEN Group, societa’ leader nella ristrutturazione di imprese in crisi… (quindi il lavoro non gli manca :-)) Ha diretto per 14 anni un’ importante divisione di una Multinazionale francese con sedi in tutto il Mondo. E’ il Rappresentante Onorario della Camera di Commercio Americana per il Piemonte. E’ nel Board di ASSOCOMPOSITI (Associazione Nazionali Compositi e Affini) con funzione di Responsabile delle Relazioni Esterne. E’ Vicepresidente di APVA, l’Associazione Nazionale dei Professionisti legati al vetro dell’automobile. Ha lavorato presso Hutchinson/LJF Adhesives e Sealant Division Italy. Come abbia trovato il temp per questa intervista, non si sa ma c’è riuscito! 🙂



1) Oggi le condizioni migliori per le startup sembrano essere negli Stati Uniti a New York ed in Europa in Germania, grazie agli incentivi ed all’impegno delle amministrazioni pubbliche a sostegno dell’innovazione e dei giovani startupper e con la creazione di private/public partnership.


Le imprese italiane che si affacciano sui mercati internazionali sono poco più del 10% anche se in aumento continuo dal 2007 (fonte: articolo “Agenda digitale e Start up, boccata d’ossigeno per l’Italia” di Giampaolo Colletti – 13 dicembre 2012 su il Fatto Quotidiano).


Cosa consiglia a chi apre una startup? Gettarsi subito verso il mercato estero o rimanere in loco? Qualche consiglio utile per cercare partner e finanziatori?



Bisogna puntare su startup innovative: è importante fare un’accurata analisi del mercato su cui posizionarsi.
I prodotti ormai maturi sono da abbandonare in favore di prodotti con impieghi innovativi.


Mi piace citare la teoria dell’Oceano Rosso e dell’Oceano Blu, se il primo è colmo di squali-concorrenti, il secondo è libero e sicuro: ovvero puntare su mari aperti e liberi, questo è il segreto.


Per fare un esempio pratico, quando ormai la PlayStation 3 di Sony la faceva da padrona sul mercato dell’entertainment elettronico, la Nintendo ha lanciando nel 2006 la Wii,la consolle per videogiochi interattiva senza fili che riproduce lo sport-il gioco reale sorpassando ampiamente nelle vendite le rivali Microsoft e Sony.


Per rispondere alla domanda se sia meglio puntare subito al mercato estero: non necessariamente, si può anche rimanere in Italia. Per esempio, la Camera di Commercio del Piemonte organizza ogni anno un incontro chiamato “brain calling” in cui aziende grosse incontrano giovani startupper che presentano progetti innovativi.




2) Se è vero che la disoccupazione giovanile ha raggiunto il 40% nei primi mesi del 2013, anche il numero dei licenziati over 45 è aumentato della stessa percentuale dal 2011 al 2012.
E’ possibile ricreare quel rapporto di “mentoring” che esisteva una volta tra lavoratori giovani e meno giovani all’interno delle aziende?


Faccio un esempio pratico: un tempo si andava a bottega e se eri capace e ti davi da fare il bottegaio di insegnava tutto dalla A alla Z e dopo aver trascorso diversi anni come ausiliario potevi aprire con successo una tua bottega.


Perché le aziende non credono in queste forme di cooperazione interna e crescita comune e di formazione diffusa e continua? Per lei che ha una visione molto internazionale dell’impresa, ci sono esempi di aziende che effettivamente portano avanti programmi di questo tipo in Italia o all’estero?


Perché in periodo di crisi i lavoratori, le imprese invece di sostenersi a vicenda e di promuoversi con la promozione reciproca, si mettono ancora più in difficoltà? A chi giova una guerra tra giovani disoccupati ed ex lavoratori meno giovani.



Con l’aumento delle aspettative di vita, anche chi è più vicino all’uscita dal mondo lavorativo ha ancora piacere di mettersi in gioco, è ancora in piena attività.
Un discorso di mentoring si potrebbe ricreare ma va ben oltre di qualcosa che si possa istituzionalizzare, perchè è un processo che passa attraverso la parte culturale della persona. Certo, si può incentivare ma non istituzionalizzare.
La guerra tra generazioni non giova a nessuno perchè le aziende hanno bisogno di giovani “con esperienza”.




3) Non solo Pil, produttività o spread, la distanza fra Italia e Germania è anche sui salari. Secondo una graduatoria Istat, nel nostro paese la retribuzione oraria lorda è inferiore di oltre il 14% rispetto a quella della Germania, del 13% sul Regno Unito e dell’11% sulla Francia. Dove gli stipendi sono tra i più bassi d’Europa, ma pur sempre più alti che in molti altri paesi.
Forti divari si registrano pure fra neoassunti e `anziani´, tra uomini e donne, con un `gap´ di oltre il 20% a sfavore delle lavoratrici, tra dipendenti con titolo accademico e quelli con la sola istruzione primaria.
Cosa fare?



Gli imprenditori italiani non giocano al ribasso sui salari per interesse. Se le persone valgono possono fare la differenza.
Oggi non paga più essere uno dei tanti, bisogna fare qualcosa di diverso.
Le aziende necessitano di giovani preparati. Per esempio, essendo io stesso titolare di azienda (fondatore della Rewen), apprezzerei un candidato che si presenti ad un colloquio dicendomi “ho fatto un’analisi dei prodotti della sua azienda e questo suo prodotto potrebbe essere venduto di più in questo modo: ….”.
La proattività è l’arma vincente.

Se si offre qualcosa in più, il salario sale di conseguenza.
Quando si fa un colloquio bisogna presentarsi dicendo NON “cosa posso fare per voi”, ma “Io per Voi posso fare questo!”.
Sono indispensabili capacità, professionalità e passione.




4) Ad una conferenza lei ha detto che ditte tedesche riescono a vendere automobili in Cina con volumi molto più grandi di noi. In cosa dobbiamo migliorare?



I prodotti tedeschi hanno dalla loro performances e qualità maggiori nella percezione del consumatore finale.
L’approccio italiano è vincente nel problem solving e dotato di elasticità maggiore, ma a volte troppo superficiale.
Bisogna che noi Italiani produciamo prodotti migliori ma anche nei modi e secondi criteri migliori.




5) Quali sono le iniziative che la Camera di Commercio degli Stati Uniti in Piemonte sta portando avanti e come?



Principalmente creiamo sinergie tra aziende americane ed aziende italiane forti in America.
A maggio per esempio è prevista una visita del governatore del Carolina del sud per attrarre investimenti americani qui in Italia ed aiutare le imprese italiane ad investire in America.




6) In Cina lavorano tante ore al giorno ed anche i sabati e le domeniche. Per noi veramente il futuro sarà andare in quella direzione quando i nostri avi tanto hanno lottato per avere orari migliori che diano spazio anche alla famiglia?



Sì purtroppo serve maggiore flessibilità: il lavoro bisogna prenderlo quando c’è e come c’è.




7) Sulla Repubblica era uscito un articolo di Federico Rampini, in cui si diceva che dall’outsurcing si passerà al quicksourcing, ovvero delocalizzazione rapida, riavvicinando le produzioni manufatturiere, per esempio spostando parte della produzione manifatturiera statunitense dalla Cina al Messico.
Secondo lei, gli equilibri economici e geografici sono destinati a cambiare ed in che modo?



Sì gli equilibri cambiano ed anche velocemente. Oggi un imprenditore deve essere velocissimo nel cogliere i mutamenti del mercato anche delocalizzando. Ma anche una produzione fatta bene in Italia potrebbe rivelarsi vincente nel lungo periodo.




8) La Svizzera con un referendum storico vinto col 67,9% di voti favorevoli e l’appoggio di tutti i cantoni ha messo un tetto agli stipendi dei manager delle società quotate in borsa ed ha vietato le liquidazioni milionarie ed i “paracaduti dorati” versati ai dirigenti anche in caso di risultati economici non conseguiti e in un periodo di crisi.
E’ di febbraio la notizia del licenziamento dell’AD di Groupon in seguito a dei risultati al di sotto delle aspettative.
Il mercato sta diventando più severo anche per i dirigenti? Solo all’estero o anche in Italia?



I top manager sono pagati molto e, quindi, devono fare la differenza. Oggi un dirigente deve avere una visione globale del mercato, deve essere eclettico, saper cambiare mentalità da una settimana all’altra, saper parlare più lingue e bene, interfacciarsi con una pluralità di Paesi differenti.



Enrico Maria Rosso
Email:
rosso.piemonte@amcham.it
Enricomariarosso@yahoo.it
[per il profilo Linkedin di Enrico Maria Rosso, clicca qui]

Intervistatrice: Monica Cordola




















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Se ci sono idee e progetti ponderati anche i “Piccoli” possono RUGGIRE!!!


Benvenuti ad un altro appuntamento della nostra rubrica MysteryCool dove sveliamo i segreti che si celano dietro realtà di successo.

Oggi vi parleremo della [Copat srl] una realtà tutta piemontese che commercializza utensili, accessori per il cablaggio e componenti elettrici per il settore automotive che ha saputo negli anni attuare una serie di strategie aziendali che hanno permesso di ottenere ottimi risultati.
Andiamo quindi ad analizzare insieme gli elementi che più mi sono piaciuti.

A questo punto soprattutto per i più scettici consiglio di continuare la lettura, perché quello che ho visto nella Copat è la risultante di tantissimi degli aspetti positivi che abbiamo raccolto fin qui e dei quali vi abbiamo parlato nei precedenti articoli.

Proprio così vi stiamo portando una testimonianza del fatto che ciò che è stato scritto non sono solo buoni propositi ma ci sono realtà che stanno utilizzando (anzi le utilizzavano già prima della realizzazione di questo blog) tali strategie per ottenere risultati.

Sicuro che mi perdoneranno i più anche se continuo con il mio solito atteggiamento critico, ma qualcuno che vi “vuole bene”… la scossa, ve la deve pur dare (è risaputo… ai Clienti e ai Lettori si deve voler bene… come persone care di famiglia). 😉

Quindi se pensate ancora “ci vogliono troppi soldi” o “non abbiamo tempo per…” sarà il caso di rivedere in quale direzione si sta navigando per poter apportare le giuste correzioni alla rotta, perché i motivi che ci stanno spingendo in acque profonde e tempestose probabilmente, sono altri e la situazione necessita di ulteriori analisi!

Andiamo a sbirciare il perché di tanto successo, in primo luogo l’analisi del mercato e l’attenzione verso i feedback che arrivano dai commerciali on site hanno permesso alla dirigenza Copat di portare avanti dei progetti di ricerca e sviluppo per la realizzazione di prodotti di qualità e di utensili semplici ed innovativi per agevolare gli utilizzatori finali nel loro lavoro.
Insomma hanno saputo seguire da subito la tesi secondo la quale il cliente vuole essere ascoltato e lui stesso ci consiglierà come ed in cosa vuole spendere i suoi soldi.

Proporre poi i propri prodotti anche su mercati particolari quali quello della preparazione di auto da corsa ed il restauro di auto d’epoca è quasi una scelta obbligata per chi ha fatto dell’aftermarket automobilistico uno dei settori di punta della propria strategia di vendita che prevede una forte componente consulenziale.

stratos
Foto di Daniele Catarozzi – [Lancia Stratos]

Ma come vi ho detto mille volte e vi ripeto per la “milleunesima” questo non è abbastanza, i prodotti anche di qualità non si vendono da soli!
Come ha reagito la realtà che stiamo osservando? La “piccola”, ma organizzatissima azienda del torinese ha saputo coniugare l’esperienza con il nuovo, adattando a proprio uso e consumo strategie osservate per altri settori, realizzando una rete commerciale e logistica sul territorio italiano decisamente particolare, sono stati attrezzati infatti una serie di furgoni per la tentata vendita, si è scoperto che sia per il settore di riferimento che per la particolarità dei prodotti offerti, questo è lo strumento che più si adatta al mercato e che contemporaneamente permette una gestione logistica molto snella ed efficace, permettendo tempestività delle consegne ed un servizio di somministrazione dei beni che si adatta perfettamente alla clientela, offrendo i giusti quantitativi e evitando al cliente costosi stock di magazzino.
Questa strategia si è dimostrata faticosa nel breve ma assolutamente vincente nel medio termine ed ha contribuito alla fidelizzazione della clientela e alla continua espansione sul territorio italiano.

Altro punto di forza è il continuo sostegno della rete commerciale da parte del compound marketing che lavora in sinergia continua con gli operatori impegnati sul campo, in questo ambito è stata sviluppata una comunicazione su vari fronti partendo dai servizi di fidelizzazione del cliente finale con corsi per arrivare a vere e proprie consulenze tecniche, a tal proposito… vi consiglio di rileggervi il nostro articolo [Parola d’ordine Fidelizzare].

Arriviamo in fine alle attività di pura propagazione del marchio ma sempre su argomenti fortemente correlati al mercato di riferimento come sponsorizzazioni a progetti all’avanguardia nel settore automotive.

Ne è un esempio il progetto Xam 2.0 del [Team H2politO – Molecole da Corsa]

Vi lascio ad un contenuto multimediale molto esauriente:

http://www.youtube.com/watch?v=9bG8067z_ts

Fin qui abbiamo rivisto tutta una serie di attività che si possono attuare sul mercato italiano per cercare di far crescere la propria azienda già gli aspetti analizzati potrebbero bastare a guadagnarsi un posto nella nostra rubrica MysteryCool ma come al solito cerchiamo di stupirvi e quindi andiamo ad affrontare ancora un ultimo argomento prima di lasciarci fino al prossimo articolo…

I dirigenti Copat hanno deciso da alcuni anni di affrontare anche un altra sfida, quella della internazionalizzazione, proprio così la famigerata parola che tutti vorrebbero poter pronunciare parlando della propria azienda e che spesso purtroppo si trasforma in un nulla di fatto.

Sono stati in grado di espandere il proprio mercato con passi brevi, pianificati e decisi e ad oggi hanno raggiunto mete che fino a pochi anni fa sembravano irragiungibili, lascio a voi meditare sulla portata di tali operazioni attraverso la prossima figura…

copat_export

Non lo trovate interessante?
Vi lascio soltanto uno spunto… “improvvisare tali progetti vi porterà soltanto a buttare via dei soldi nella speranza di ottenere risultati”!

Quindi vi prometto che affronterò più nel dettaglio l’argomento in futuro con l’aiuto di un paio di colleghi professionisti del settore “internazionalizzazione”, perché secondo me è uno di quegli argomenti assolutamente da trattare ma che per ovvi motivi di spazio non riusciremo ad approfondire in questa occasione vista l’immensità dell’argomento…

Vi ricordo che per eventuali informazioni e domande i commenti al fondo dell’articolo sono aperti a tutti!
Si ringrazia Paolo Guazzone Direttore Marketing Copat srl per la collaborazione.

Vi aspetto tutti al prossimo scottante articolo… sempre in stile MarketCool!

Scritto da Daniele Catarozzi


















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foto LN su Tumblr taken with Intagram

Perché Lega Nerd funziona … in 12 strategie



Innanzitutto cos’è Lega Nerd:


[http://leganerd.com]



La definizione dei creatori è “un volgare Social Blog scritto da nerd che tratta di tutto ciò che importa veramente nella vita”.
Un incrocio tra un blog, un forum, una chat e un Magazine.


lega_nerd_logo

Simbolo: un paio di occhialoni rotti, tenuti insieme dallo scotch, emblema dei nerd negli anni ’80.


Lega Nerd vince come Miglior Social Network italiano al Premio Web Italia 2011


N.B.: Lega nerd è un marchio registrato.





Chi sono i nerd?




Oggi i nerd sono tutti quelli che non si fermano alla prima impressione, quelli che hanno voglia di scoprire e imparare sempre cose nuove, e che hanno un buon rapporto con scienza e tecnologia, considerate scienze esatte, sincere, in cui 1 + 1 fa sempre 2, anche se dopo il tunnel di 750 km ipotizzato dalla Gelmini, la matematica è un po’ più aleatoria di un tempo!!!


I nuovi nerd sono i nativi digitali.


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Ricordiamoci infatti che Spirito nerd e cuore digitale sono stati il “leitmotiv” del videospot di apertura del Forum della Comunicazione Digitale 2012.

I numeri di Lega Nerd (al 2 gennaio 2012):


35000 utenti registrati

34.509 “collaboratori”, cioè utenti iscritti abilitati all’invio di un articolo in coda di revisione

Oltre 200.000 lurkers, i lettori unici al mese che lo leggono senza registrarsi

392 discussioni sui forum del sito

46 Gruppi attivi

circa 3 post al giorno

27 editor

365 utenti promossi ad autore e che hanno pubblicato almeno un articolo

il circolo degli autori vanta 245 membri ma non tutti gli autori sono iscritti, 2 amministratori, 7 moderatori

numero seguaci su Facebook = piace a 41085 persone, 1912 che ne parlano

numero seguaci su Twitter = 28243 tweet, 6843 followers

numero seguaci su YouTube = 50352 visualizzazioni, 1092 iscritti, 32 video, alcuni video hanno + 5000 visualizzazioni

numero seguaci su FriendFeed = 55 iscrizioni

su Google + = 4587 g+1


ed è attivo solo dal 2009!!!!



Gadgets_LN

Ritorniamo alla domanda principale: perché Lega Nerd funziona?



1. Lega Nerd è scritto in Crowdsourcing



– E’ la stessa comunità che ne produce il contenuto


– Ha un forum di discussione, il Forum del Circolo degli Autori che propone argomenti per nuovi articoli e dove gli utenti suggeriscono articoli agli autori e gli utenti che hanno suggerito le cose migliori vengono promossi ad autore.


– Gli Utenti possono scrivere in qualsiasi momento un nuovo articolo e proporlo per la pubblicazione. Questi articoli finiscono in una “coda” e vengono visionati, corretti ed eventualmente pubblicati dagli Editor. Gli Editor aiutano a rendere l’articolo, se necessario, più leggibile dividendolo in paragrafi, evidenziando e sottolineando alcune parti, vagliando le immagini.


Dall’ultima versione di Lega Nerd è disponibile per gli utenti un nuovo editor visuale per gli articoli che ne permette l’anteprima e l’editing WYSIWYG in tempo reale.


Come per un pacco postale, è possibile seguire sul sito fin dalla nascita lo stato del proprio articolo fino alla pubblicazione, se approvata.



2. Lega Nerd è un social blog: cura ed aumenta l’iterazione sociale tra i suoi seguaci



– con le Lega Nerd Dinner, incontri informali organizzati autonomamente dai Fan Club Territoriali di Lega Nerd;


– Con la presenza sugli altri social networks: Facebook, Twitter, Tumblr, FriendFeed e Youtube, RSS Feed (per leggerlo);


– Con la possibilità per ogni utente registrato di farsi degli Amici, di inviare email e/o messaggi, di aderire a dei Gruppi.


I Gruppi, alcuni esempi:
GR giochi di ruolo, AN Android, Economia, Serie TV, Cazzeggio Nerdico, M Musica, I Internet, ST Storia, AM Anime e Manga, C Cinema, EL elettronica, ME medicina, MA Matematica, IN Ingegneria, AR arte, P programmazione … nei quali postare curiosità e domande.



– Con la gestione di Forum di discussione.


I Forum di discussione: Nerdaggine (11), Tecnologia (8), Scienze (9), Altro (6), il circolo dei Nerd, il circolo degli Autori, Cazzeggio Nerdico, Cool Story Bro – il club letterario della lega.


lega_nerd_forums




3. Lega Nerd è accessibile facilmente e da più devices



Il 21 dicembre 2012 è stata presentata la nuova versione che, dotata di Responsive Webdesign, permette di avere un unico sito visualizzabile in maniera diversa adattandosi ai vari device, computer, tablet o smartphone.



4. Lega Nerd non solo dà la possibilità a tutti di diventare autori, ma promuove la scrittura di articoli e commenti



– con due sistemi derivati dai video-games: il levelling e gli achievements.


Con il levelling, gli autori, che non sono altro che utenti promossi al rango ufficiale di autore, scalano una serie di livelli in base agli articoli scritti, raggiungendo diversi gradi. Questo sistema innesca una competizione tra gli autori che sono quindi incentivati a scrivere nuovi articoli per raggiungere il prossimo livello.


Gli utenti dal canto loro possono “sbloccare” i vari achievement grafici sul proprio profilo in base a quanto hanno contribuito sul sito lasciando commenti sul blog o scrivendo articoli sul forum.


Personalmente ho scritto un articolo, ed ho provato una sensazione fantastica nel vedere sul mio profilo applicato il timbro di ceralacca di CONTRIBUTOR n. 1 grazie al mio primo articolo pubblicato!!!!



5. Lega Nerd è divertente, perchè



Il baloon è parte integrante del logo. Cambiando di volta in volta, riporta frasi storiche di Lega Nerd o della cultura nerd in generale.
lega_nerd_baloon

Alcune frasi usate: “Io l’ho guardata Ray” ,”Chissà perché sono tutti tesi”, “Tu sei il male, ed io sono la cura”, “Non sono cattiva, … mi disegnano così!”,” We love Betty Child”, “Un blog molto volgare” …





– I profili hanno delle features molto divertenti:


Ognuno può scegliere un proprio avatar ed un nickname.
Ci sono i classici dati personali, sesso, data di nascita … ma anche parti spiritose, come la nerdaggine (Sistemi operativi utilizzati, serie tv preferite?) o il character sheet con la scelta dell’allineamento, ovviamente derivata dai giochi di ruolo,(es. chaotic neutral, lawful evil …), razza, divinità, roba da stalker (sei sposato? …), social & gaming


nerdaggine
character_sheet



– E’ disponibile anche la Terminologia ed Epica di Lega Nerd.


– Il tag #NT alias “Nerdata Totale”, viene dato agli articoli che trattano di nerdate al di fuori del comune, ed è assegnato per acclamazione attraverso i commenti.



6. Lega Nerd è utile, perché



– Crea conoscenza diffusa ed aperta


– Diffonde Cultura, Cultura e Cultura


– Tratta di quasi tutti gli argomenti possibili, ed essendo in crowdsourcing e con un gruppo di Editor che controlla i testi prima di pubblicare, il livello tecnico e di informazione è comunque molto elevato.
Di cosa si parla: real life, geografia, turismo nei vari continenti, scienze e tecnologie, computer, games, creatività, grafica e design, di HW e SW, RTOS, motori, recensioni …
10 categorie: acquisti, creatività, cultura, entertainment, games, real life, scienze, tecnologie, Turismo, NT + Comics, NSFW, Racconti, Select



– Ma anche cazzate (finanche articoli e gallery erotiche molto soft, identificate dal tag #NSFW).


Per fare qualche esempio di articolo particolare:
Lo scudo Hylian fatto di Lego, una casa progettata per i Lan party , la sferificazione e i gel nella cucina molecolare, Shodo l’arte calligrafica giapponese, Batman equation e tanto altro ancora. E’ cultura ed attualità. ma anche evasione pura, entertainment all’ennesima potenza. Libri, fumetti, cinema, serie tv, videogames … per chi non vuole perdersi nulla e vuole entrare in nuovi mondi.



– C’è anche un posto dove chiedere aiuto: il forum del Circolo dei Nerd, il gruppo dedicato a tutti gli iscritti in cui fare domande stupide e ricevere risposte ancora più stupide.


– in più il Nerd Book Club, un circolo di lettura on line.



7. In Lega Nerd nulla è lasciato caso



– Persino le icone sono state create ad hoc. Eccone un esempio simpaticissimo:
lega_nerd_icone

8. Lega Nerd detta delle regole, poche ma semplici



– Gli unici argomenti vietati sono la pornografia e la pirateria, sconsigliate la politica e la religione.


Ogni gruppo è corredato di gruppo Admin e Gruppo Moderatori.



9. Lega Nerd aiuta gli autori in erba



– Per gli autori è prevista una Guida_Autori_leganerd che segue l’autore passo dopo passo nell’uso del form di scrittura. Il tutto è customizzato per rendere semplice anche a chi non è avezzo, l’inserimento di immagini, video, gallery, spoiler, tags e ovviamente di contenuti.


– C’è una sezione racconti COOLSTORYBRO in cui anche gli aspiranti scrittori o già tali possono trovare un loro spazio.



10. Lega Nerd cura anche l’aspetto commerciale e gadgets



– Il sito ha anche un ecommerce: sono in vendita magliette e tazze simpaticissime con il logo stampato del blog.
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– Inoltre, nella categoria Acquisti articoli, recensioni e consigli su dove trovare cose particolari come gli orologi dedicati all’universo di Star Wars, gli occhiali ispirati a Boba Fett, Darth Vader, Luke Skywalker, e tra i gadgets le istruzioni per creare una zucca tetris – pumpktris …



11. Lega Nerd facilita ed invita alla lettura



– Gli articoli più lunghi riportano in testa il tempo di lettura in minuti, così ancora prima di iniziare si sa se si ha il tempo di leggere tutto o se conviene semplicemente salvare l’articolo per leggerlo comodamente più tardi (con i servizi Instapaper e Pocket).

lega_nerd_pocket

– ogni area per es. Entertainment è divisa in sottocategorie (teatro, tv, anime & manga) e ci sono 2 rassegne: top entertainment ultimi 90 gg, top entertainment all time.


lega_nerd_categoria



12. Lega Nerd rende stimolante la scrittura di commenti da parte degli utenti, con:



– un nuovo Sistema di Commenti: ora l’unico utente ad avere i suoi commenti evidenziati tra gli altri è l’autore dell’articolo a cui fanno riferimento i commenti. In questa maniera quando l’autore risponde alle inevitabili domande, le sue risposte saranno sempre in evidenza.


– la possibilità di dire “Me Gusta!”.



Diceva Antonio Moro, alias Itomi, il creatore di Lega Nerd in un intervista a drink2.blogspot.it:

Un sito che funziona grazie a un gioco di parole e soprattutto a un gioco di marketing sociale. E’ un enorme laboratorio per me, dove faccio esperimenti e mi diverto a realizzare tutto da solo (o quasi).




La finalità di questo articolo non era quella di descrivere qualcosa da imitare, non si tratta semplicemente un elogio, o di una lista, ma è un tentativo, spero apprezzabile :-), di far vedere come da un’idea valida, conoscendo il proprio obiettivo e target di riferimento e con tanto duro lavoro ed una buona dose di creatività, e senza lasciare nulla al caso, si possa creare qualcosa di speciale e che funziona!



Stay tuned, soon on MC2 the Interview to ITOMI, LEGA NERD CREATOR


[Scritto da Monica Cordola]

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7 strategie per rendere il tuo supermercato unico e vendere di più.


Strategia numero 4


ALLERGIE O INTOLLERANZE ALIMENTARI:

il tuo Supermercato di fiducia ti conosce e ti aiuta a fare la spesa!

“che l’alimento sia la tua medicina e la tua medicina sia il tuo alimento” (Ippocrate)

Parlo da celiaca conclamata, ma anche da persona cosciente che oggi sempre più individui manifestano allergie o ipersensibilità o intolleranze alimentari ( i più comuni responsabili sono glutine, olio vegetali, lattosio, ecc.) o il fauvismo (non il Movimento pittorico francese! ma la malattia congenita che ha a che fare con i legumi) o patologie come il diabete.

I supermercati e/o negozi di alimentari possono dedicare maggiore attenzione alle intolleranze, allergie e patologie alimentari.
Come?



Predisponendo dei repository dedicati con i prodotti per chi segue una dieta particolare per motivi di salute o per scelta.


Vantaggio: il consumatore con intolleranze, allergie e patologie alimentari troverà più facilmente di cosa cibarsi.
Si sentirà “invitato ad un buffet da un Amico che si ricorda della sua dieta”.


Per fare degli esempi pratici:


DIABETE:


Il diabete mellito è una malattia cronica caratterizzata dall’aumento della concentrazione di glucosio nel sangue a causa di un difetto assoluto o relativo dell’ insulina. In realtà esiste un’altra condizione patologica detta diabete insipido.
Seguire una dieta controllata e sana serve soprattutto a mantenere sotto controllo il livello di zucchero nel sangue, mediante un corretto apporto alimentare di tutti i nutrienti necessari alla salute dell’organismo.
A volte forme di diabete insorgono in tarda età.

zucchero



Esistono i prodotti dietetici “per diabetici”e potrebbero essere messi in maggiore evidenza per il consumatore diabetico anche i vini che contengano meno del 2% di glucosio, i dolcificanti naturali quali il fruttosio o artificiali come la saccarina, il ciclamato, l’aspartame o l’acesulfame …



CELIACHIA:


Gli esami sierologici rilevano questa malattia a qualsiasi età, che altrimenti non verrebbe diagnosticata, in 1 individuo su 100 della popolazione Europea (con differenze regionali).



Esistono i prodotti certificati “senza glutine” molti dei quali anche in comune commercio.



Inoltre una larga fetta della popolazione oggi segue la Nutrizione Vegetariana per motivi diversi (religiosi, ecologici e salutistici) in cui il vantaggio della dieta sembra essere riconducibile, più che al minor consumo di carne (rossa), al maggior consumo di alimenti con effetti positivi sulla salute, quali frutta, verdura, cereali integrali, olii vegetali non-idrogenati, noci, alimenti vegetali non elaborati.


Stay tuned: strategia numero 5 coming soon!!!!























pescatoreFoto di Cinzia Rui – Pescatore

Nella vendita come nella pesca bisogna avere pazienza… e ragionare


Per chi fa il “mestiere” da tempo, le mie parole risulteranno un poco scontate ma in questo momento di fervore dove tutti si ritrovano nei panni di venditori per ovvie necessità, mi sento un poco in obbligo di dare un consiglio…

Tutti sappiamo che avete bisogno di vendere a tutti i costi e che la pagnotta in qualche modo la si deve portare a casa, ma dovete avere pazienza e lavorare per step, non giova a nessuno buttare sul tavolo un preventivo quando non avete tutti i dati, perché puntualmente si deve piangere in “Aramaico” in un secondo momento, per poter convincere il cliente a tirare fuori i soldini in più, necessari a non rimetterci e comunque avete fatto una pessima… ma pessima figura, non tanto per le cifre che possono essere anche irrisorie, ma per la scarsa professionalità dimostrata!

Quello che pensa il cliente è: “Non sa nemmeno cosa vende e a che prezzo”… Seguito dal “ci ha provato” e poi… “va bene ho urgenza di questa commessa ma non mi vede più”! (mi ricollego ad un precedente articolo https://www.marketcool.it/il-cliente-indossiamo-i-suoi-panni/)

Il danno fatto da un preventivo errato è enorme perché in questo momento dove tutti cercano referenze, di certo non mi sento in grado di consigliare qualcuno che cambia le carte in tavola a trattativa avanzata, o peggio a trattativa chiusa, questa cosa è così fastidiosa che non me la sento proprio di referenziare aziende dove si lavora in questo modo, per poi sentiremi dire: “da chi mi hai mandato?”
Fidatevi… come me la pensano anche tutti gli altri e il livello di competitività si è alzato così tanto che per sbadati e furbetti “non c’è più trippa”!

Quindi evitate di sparare cifre a caso per prendere il cliente, non fa certo bene al vostro business, valutate il cliente non solo dalla dimensione della prima commessa (spesso è di prova) e soprattutto siate corretti e professionali, gli infiniti giri di parole per cercare di far “capire” il valore aggiunto di qualcosa… non servono a nulla se ho già comprato un oggetto ad una cifra e me lo vuoi far pagare di più per qualche tuo errore… Questo non ha nessuna spiegazione plausibile, sono io che decido se acquistare ancora o meno, questo comunque vada a finire, inciderà sulla fidelizzazione, perché anche se la vendita, per miracolo, si conclude non sarai giudicato per questo contratto ma per quelli che non chiuderai più… i mercati sono informati ed intelligenti conoscono il prodotto meglio di te!

Il mio mentore diceva sempre fatica l’80% all’inizio della trattativa e chiudi scivolando verso il 20% reastante… Ne guadagnerai in salute e prestigio!!!
Penso siano ancora parole veritiere!

Se vuoi essere un venditore di successo devi proprio avere pazienza e ragionare…



memsFoto di Cinzia Rui

Presto su queste pagine altri spunti sull’argomento fidelizzazione!!! 😉


Scritto da Daniele Catarozzi




















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foto di Cinzia Rui

7 strategie per vendere di più


Strategia numero 3

Il TUTOR


E’ la prima volta che vieni, sei entrato per caso, o stai cercando un prodotto particolare … troverai tutto in 2 minuti come fossi nel supermercato sotto casa tua che conosci a memoria … con il tutor.


Il tutor può essere pensato e realizzato in diversi modi.



Può essere un addetto che accorre al suonare di un campanello


può essere un computer con schermo grande, facile da usare in cui inserire il prodotto che si cerca o che non si trova e che ti fa vedere in pochi secondi visivamente la fila e lo scaffale in cui è riposto con delle indicazioni rispetto alla posizione del pc, per esempio, 2 file + avanti a destra …



Ovviamente questa è una strategia adatta per supermercati di grandi dimensioni.


Si potrebbe dotare il TUTOR-PC di un SOFTWARE INTELLIGENTE, che mostri al cliente un percorso che dia vantaggi ad entrambi: es. quello che passa davanti all’angolo OFFERTE!!


Consiglio per tutti: attenti alla formazione del personale: anche l’addetto alla frutta e verdura o il cassiere deve sapere dove si trova il sale grosso o la bottarga.


Ma se tu hai un piccolo negozio di alimentari puoi fare anche tu qualcosa di analogo e divertente.


Penso soprattutto ai supermercatini o shop analoghi nei posti di vacanze ove spesso può capitare che entri un turista di passaggio che magari arriva dalla spiaggia carico già di ombrellone, asciugamani … e deve rientrare nell’albergo per cena presto.

Basta un cartello “simil stradale” come quello della foto che indichi lo scaffale corrispondente, con su scritto “VIA BOLLICINE (bibite e vini e spumanti)”, “PIAZZA SAPOLANDIA (tutto per la pulizia), “STRADA TRUCCHI” (prodotti per la cosmesi)” … o inventate anche voi dei nomi divertenti.

Stay tuned: Strategia numero 4 coming soon!!!!























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