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SN Archives - MC2 Marketcool
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moda2

Marketcool è fashion, e la mia spesa in vestiti può ampiamente dimostrarvelo! 🙂



Iniziamo il nostro tour nel mondo della moda condividendo alcuni esempi creativi ed originali di come le aziende di moda usano i Social Network.


Christian Louboutin, stilista calzaturiero francese, famoso per le scarpe gioiello dalla suola rosso scarlatta e per le borsette. Forse lo ricorderete anche per le scarpette dedicate a Cenerentola realizzate con pizzo e cristalli, in collaborazione con The Walt Disney, in occasione della riedizione in alta definizione del classico Disney.

La pagina Facebook ufficiale vanta 1,7 milioni di followers.[Christian Louboutin azienda]
Perchè funziona Louboutin Facebook?
Innanzitutto scarpe in tutte le pose, sul marciapiedi, sul velluto, di fronte, di lato, in composizioni colorate da 4 foto, ma non solo.
Per ogni foto c’è una frase abbinata simpatica ed accattivante: “Think pink” per le 4 paia di decolletes rosa, “step by step” per le scarpe rosse sugli scalini.
E poi colori e colore.
Su FB c’è anche [Christian Louboutin on Lyst].


Louboutin ha stores in Europa, America, Asia, Australia.
Il sito web [http://christianlouboutin.com/](non fb) propone una boutique online coloratissima cui è davvero difficle resistere: scarpe organizzate per tipo, colore, altezza, ognuna con un nome, scarpe basse (ballerine e mocassini, calzature sportive), scarpe col tacco, zeppe, stivali, scarpette da sposa e da sera e da non perdere le borse “marquise spikes clutch” con i cunei a lato, da abbinare a look metallari e non e funzionali per l’aperitivo se manca il rompighiaccio!:-)
Il sito propone oltre all’ecommerce il “loubi word”: video collage, video interviste e le ultime collezioni. Tutto è molto glamour e curato nei minimi particolari.





E ora altro stilista, altro regalo



E ora passiamo ad una stilista che adoro: Alberta Ferretti: femminilità e poesia allo stato puro.

Su FB sono presenti 2 pagine, una è la pagina ufficiale del [marchio Alberta Ferretti abbigliamento], l’altra è quella dell’azienda [Alberta Ferretti azienda], anch’essa con foto di collezioni e ballet “what collection do you like more?”.
Si alternano foto delle sfilate, video delle collezioni, video e foto dei backstages, video live streaming,
tweets.
Gli ashtag più usati sono: #albertaferretti #fashionshow, #milan, #mfw (milano fashion week), #backstage, #fw2013.
Un commistione sapientemente dosata di SN.
In tempo reale col festival di Sanremo la maison Alberta Ferretti twittava “Chiara Galiazzo wears Alberta Ferretti Spring/Summer 2013 shantung pants and chiffon top for the 63th edition of Festival di Sanremo” con foto annessa.


Un’altra cosa che mi è piaciuta molto e che denota la sensibilità della stilista sono i biglietti di auguri digitali che regala ai suoi affezionati per Natale o per le vacanze: foto poetiche e vicinanza all’acquirente con modi gentili e non artefatti.
E non perdetevi sul sito web [http://www.albertaferretti.com/it] le magiche notti di festa di Alberta Ferretti.
Philosophy, una marca, una filosofia.





Stay tuned, soon on MC2 “le sfumature del fashion”.


Scritto da Monica Cordola






















Autore e fonte della ricerca è ‘Andrea Albanese’, docente modulo corporate SNID Master (Social Network Influence Design) Poli.design Politecnico di Milano.


Commento alla ricerca “Social Media Effectiveness Use Assessment”.


Ho trovato questa ricerca veramente interessante, ed in attesa del suo aggiornamento con ulteriori dati, previsto per aprile 2013, voglio condividere con Voi alcune riflessioni sui risultati ottenuti nella prima tranche e pubblicati a novembre 2012.


In realtà, la situazione è molto più rosea di quello che sembra circa l’uso dei SN in azienda, ma si tratta di un uso a mio parere ancora poco organizzato, di cui si conoscono bene i fini ma non i mezzi, ma prima passiamo ai dati.


Premessa:
la ricerca era indirizzata ad aziende italiane o a branch italiani di aziende estere con management italiano, in particolare a funzioni direzionali e ruoli con potere decisionale (es. amministratori delegati, presidenti, manager del reparto comunicazione, web marketing e social network expert, direttori commerciali etc…) con una maggiore presenza di IP delle regioni settentrionali e centrali e per età, con una presenza maggiore della fascia 31-45, (vedi slide 5 della presentazione Slideshare), la maggior parte appartenenti a PMI sotto i 50 dipendenti e attive sia nel B2C sia nel B2B.


Innanzitutto, quasi tutti utilizzano i SN da tempo (anni) e vi accedono tramite Pc, portatile, smartphone e tablet.
Insomma, i SN sono conosciuti e per una buona parte degli intervistati anche utilizzati da anni 3,4 o 5 anni. Ciò è dimostrato anche dal tempo dedicato ogni giorno, che per il 31,42% supera i 60 minuti giornalieri, segno che si è compreso che la gestione dei SN è un’attività dispendiosa ed impegnativa come tempo.


Le domande della ricerca però sondavano l’utilizzo dei SN sia a scopo personale, sia aziendale ed i risultati non cambiavano di molto.


Come SN utilizzati maggiormente emergono sempre Facebook, Youtube, Twitter, Linkedin, Google+ sugli altri.
Oltre ai SN, sono molto usati i blogs (70,64%), di seguito i forums (55,06%), chat/Ip voice (48,39%) e wiki (28,65).


Le risposte valide, uniche sono state 3655.
Di questi 3655, il 40,82% ha un account Twitter registrato, mentre il 99% ha una mail, indice del fatto che tra i ruoli direttivi delle aziende, la mail è ormai uno strumento utilizzatissimo e “scontato”, mentre l’account Twitter si sta diffondendo sempre di più, ma è ancora al di sotto del 50%.


Quante persone lavorano effettivamente e sono coinvolte in azienda nella gestione dei SN?

pag_12
Il dato nessuna per il 21,35% trova conferma nel fatto che in un’altra domanda del questionario il 35,90% afferma “stiamo ancora comprendendo come e cosa fare”.


In egual misura altri hanno già un comparto dedicato, alcuni si affidano ad aziende esterne ma la cosa più preoccupante è che il 18,50% dica “ci sono casi di persone che autonomamente supportano l’azienda nell’attività social”.
Sì, è vero, normalmente chi conosce di più i SN per esperienze personali è portato ad essere di aiuto all’azienda in questo campo, ma allora perchè non coinvolgere le persone più competenti ed interessate in un progetto mirato e strutturato che metta assieme almeno 1-2 teste + un social media expert. I SN sono attraenti ed utili ma anche passatemi il termine, pericolosi: ci vuole molta creatività ma anche sano giudizio.

La maggior parte delle aziende non sa bene quale iniziative di marketing realizzare sui SN (molte di community development/engagement, una % molto alta nessuna iniziativa, sviluppo applicazioni) mentre sa benissimo quali risultati attesi vuole ottenere: brand management, potenziamento della comunicazione, creazione di una community, ottenere leads, disporre di dati per statistiche e migliorare la conversion …
Download di documenti e visualizzazioni video vengono dopo, dopo ancora articoli pubblicati da giornali … web form compilate, forum creati, voto sui contenuti pubblicati, in ultime posizioni iscrizioni a concorsi …

Un’altra cosa strana è che il il 30,73% non sappia definire una lead???

La ricerca conferma quanto sia difficile oggi fare ricerca:
su una stima di esposizione di 150000 utenti, 12122 persone hanno visualizzato la pagina del questionario, ovvero 8,081% dei 150000, di questi 12122, ben 4356 l’hanno compilato, il 35,934 % e 3655 l’hanno compilato con risposte valide.


N.B.: i dati-numeri citati sono tratti dalla ricerca, i commenti sono personali di MarketCool ed anche le % calcolate nelle ultimissime righe dell’articolo. Questo articolo è stato spedito x visione ad Andrea Albanese il 27 gennaio 2013.



scritto da Monica Cordola




notizie su Andrea Albanese:
Social Network & Web Marketing Advisor. Sales & Post Sales. Web Business Intelligence & Real Time Customer behavior.
Web: http://web-marketing-manager.it
LinkedIn: http://www.linkedin.com/in/albaneseandrea
Facebook: https://www.facebook.com/AndreaAlbanese01
Twitter: @FlashAndrea


















questions

Come aumentare i commenti nei gruppi discussione sui SN.

La gente commenta molto di meno di quanto legga i post, anche i post interessanti.

Allora ho iniziato a ragionare sul perché.

I motivi sono molteplici:

1) siamo in una fase dove molti (come me) hanno deciso dopo qualche anno di innumerevoli commenti, post e articoli, di cimentarsi in prima persona in blog personali o altri esperimenti simili esi passa quasi completamente dal lato opposto di chi posta e cerca like e +g1  Iil lato oscuro …).

Supersbagliato!! E dicendolo faccio anche autocritica.

Quando si apre un blog o qualsiasi cosa di social, non bisogna mai smettere di commentare e seguire gli altri.

L’interazione deve essere bilaterale.
Ma d’altronde, voglio dire, è così anche nei rapporti umani.

Se uno è solo in una coppia o in un gruppo a comunicare, non va bene.

2) chi lavora nel social media marketing, che sia a tempo pieno o nel tempo libero, in ogni caso ha davvero tanto da fare e quindi anche chi apre gruppi di discussione o altro,  non riesce a seguirli come vorrebbe e dovrebbe.

Però la realtà dimostra che i gruppi sui SN che funzionano meglio sono quelli dove l’amministratore o il gruppo di amministratori o il/i gestore/i, chicchesia, ogni tanto presenzi e commenti e scriva o metta un like.
L’autogestione funziona ma entro certi limiti.

L’utente medio sarebbe anche molto lusingato nell’avere un commento del creatore-gestore del gruppo sul proprio post,

solo ogni tanto, s’intende!

3) I gruppi dove si commenta di più sembrano essere quelli dove si autocreano dei minigruppi di relazioni, di persone che pur essendo distanti ma avendo interessi comuni cercano anche di aiutarsi oltre che di autopromuoversi.

4) L’atteggiamento del commentatore è molteplice.

Innanzitutto quelli che commentano sul totale dei lettori sono il 10% in media.
“Il rapporto tra numero di letture e numero di condivisioni dei commenti è di 9 a 1 su FB ed il 40% degli utenti di Twitter non posta ma legge solamente. (fonte: ambito5)”.

Io parlo per me commentatrice.
A volte prima di fare un commento mi documento, mi informo, leggo … per paura di scrivere c…… e quindi i miei commenti risultano sempre un po’ pomposi, altre volte faccio commenti più ironici, quando riesco a ritornare la mia vera Io.

Forse il commentatore dovrebbe essere un po’ tranquillizzato se si vuole che la gente commenti.
C’è chi ha troppa paura del web e chi ne ha troppo poca.
Ci vuole una sana via di mezzo!

5) Si può avere anche una strategia propositiva, contattando la gente iscritta al proprio gruppo ed invitandola ad essere parte attiva, scrivendo un post. Il contattato si sentirà lusingato e cercherà di partecipare o andrà a leggere i post di quel gruppo per evitare di dire cose già dette.

Mi piacerebbe conoscere anche la tua opinione, commentami.

fonti:
http://www.simplyzesty.com/social-media/101-essential-social-media-marketing-stats-to-guide-you-into-2013/
http://www.ambito5.com/blog/social-media-mkt/2012/social-media-2012-in-cifre-le-statistiche-dei-social-network

scritto da Monica Cordola


itomi_02

E’ la nostra prima intervista on-line!!
Intervistiamo Antonio Moro, alias Itomi.
Sebbene Antonio Moro possa vantare oggi moltissime esperienze come “art director”, tanto che prima di sapere dei suoi 34 anni, leggendo il suo cv on-line pensavo fosse un ultracentenario :-), oggi approfondiamo la sua esperienza professionale come creatore di Lega Nerd, il blog in crowdsourcing di cui abbiamo parlato ampiamente nell’articolo [MysteryCool: Lega Nerd, un social blog di successo], scatenando una discussione di più di 80 commenti.


E ora iniziamo …


Itomi, ora immagina che io sia Daria Bignardi, ti ricevo nel mio studio ampio e pieno di pubblico … come misura di tette ci siamo 🙂 … mi mancano solo le camicie di seta!!!
Iniziamo con le domande.


Itomi o Antonio Moro, definisci la tua % Nerd?
E dicci in 4 parole la % rimanente che cos’ è, ovvero che persona sei.


Premesso che essere nerd va ben oltre lo stereotipo che si è creato negli ultimi
anni, se dovessimo prendere come parametro i “canoni” nerd classici allora credo che
avrei un index molto alto.


Ho avuto la grande fortuna di essere nato “al momento giusto” per vivere in prima
persona alcune delle più importanti rivoluzioni della tecnologia, dal primo periodo
dei computer e video games alla nascita di internet.

Il mio primo computer è stato un Commodore 64, arrivato come un “messia” in casa mia facendo finire la NES in garage.
Ho vissuto la prima fase di “internet” quando già da anni mi collegavo alle BBS locali e internazionali con un adattatore telematico
della Sip collegato al C64. Quando è arrivato il web per noi era già “casa”, per il
resto del mondo solo un nuovo sistema di comunicazione con un grande potenziale.


Ho vissuto tutta l’epoca dei provider internet locali, con i loro abbonamenti
costosissimi e tutta la “moda” di “appropriarsi” degli abbonamenti utilizzati in
luoghi pubblici, come biblioteche o locali che mettevano a disposizione un
collegamento internet a pagamento.

Tanto che appena uscito da scuola ci sono andato a lavorare per un provider, facendo
il “web designer” quando ancora eravamo qualche decina in Italia a saper programmare
in HTML.

Sono cresciuto a suon di giochi di ruolo e mondi fantasy, ho vissuto l’epoca di
Dungeons & Dragons quando la TSR era la TSR. Ho continuato a giocare di ruolo da
quando avevo 12 anni ad oggi che ne ho 34.
Ancora oggi il giovedì sera gioco con
gran gusto, alternando un gruppo che gioca a Star Wars RPG in cui interpreto un
contrabbandiere interplanetario ad un altro gruppo in cui faccio uno stregone nella
Terra di Mezzo con GiRSA.

Ho frequentato club di giochi di ruolo prima e ludoteche poi da sempre, ho avuto la
grande fortuna di crescere in una zona d’Italia in cui il gioco intelligente ha
trovato luoghi di aggregazione molto prima che in altre. Ravenna da quando ho
memoria è sempre stata piena di ludoteche, negozi di fumetti, club privati e simili,
vere e proprie tane di nerd.

Leggo fantasy e fantascienza, tra le altre cose, da quando so leggere. Ho iniziato
ad usare sistemi 8086 da quando c’era solo MS-DOS e ho vissuto la nascita di
Windows.


Ho avuto la fortuna di frequentare un istituto superiore, l’I.T.I.S di Ravenna, che
aveva, per l’epoca (anni novanta), un laboratorio di informatica decente e,soprattutto,
una biblioteca con uno dei primissimi accessi internet per gli studenti in Italia.
Fondamentalmente rompo il cazzo online da quando esiste “online” e lavoro su internet da quando esiste il web. Sono abbastanza stereotipo? 🙂




Oggi si parla sempre più spesso di economia sostenibile, di riciclo e consumo etico, alla radio imperversa Mister Planet ed in TV mister Green.
I nerd sono anche green?


Io parlo per me, ogni nerd ha le sue idee in proposito immagino. Io trovo che per
quanto i temi di cui parli siano importanti e fondamentali per il continuo della
nostra specie… gli ultimi picchi su sostenibilità ed ecologia sono un’ipocrisia da
abbraccialberi.




Lega Nerd è nata nell’ottobre 2009. Hai iniziato da solo questa avventura?

Lega Nerd arriva dopo un periodo passato a scrivere prima per altri e poi per miei blog,
in cui ho fatto un sacco di esperimenti con WordPress.
WP e gli altri primi CMS in php hanno dato a chi come me è più grafico che programmatore
la possibilità di sviluppare blog prima e community poi molto semplicemente.
Ho sempre sviluppato da solo o quasi i miei siti.




Quanto tempo ci dedichi ogni giorno a parte gli altri lavori che svolgi?
Come ti organizzi?


Difficile dire un numero di ore giornaliere. Lavoro in ufficio su internet tutto il
giorno e la sera porto a casa il portatile, oltre ad avere tablet e smartphone
sempre connessi. Su LN posso lavorare, correggendo bozze di articoli, rispondendo ai
commenti o nei forum, praticamente 24 ore su 24.
Posso passare un giorno o due senza che lo guardi e giornate in cui rimango incollato tutto il giorno. Fortunatamente il
mio primo lavoro mi permette di gestire liberamente i tempi e posso quindi
organizzarmi come credo.

In generale? Passo un mucchio di tempo a lavorare su Lega Nerd, che sia lo sviluppo
di nuove feature o la correzione di bug oppure la gestione della community o, per
finire, la scrittura di nuovi articoli.




Quanti collaboratori hai per Lega Nerd?

Mi aiutano tutta una serie di amici e volontari, che siano promossi ad editor o
autore o che siano semplici collaboratori che inviano un articolo in bozza… sono
comunque parte della community per quanto mi riguarda e tutti hanno parimenti
contribuito al successo del sito.


A parte me l’unica altra persona “ufficiale” è Gianluca Zamagni, che ci fa da
sistemista e cura appunto il lato server della questione: Una parte a dir poco
cruciale visto i picchi di traffico che abbiamo raggiunto negli ultimi tempi.




Qual’ è secondo te il futuro del social media marketing in Italia?

Facebook si sta muovendo egregiamente. Ha messo a disposizione tutti gli strumenti
che ci servivano per promuovere i nostri contenuti, sia attivamente che
passivamente, statistiche, possibilità di promuovere i post a pagamento, strumenti
di integrazione diretta e indiretta tra blog e network.


Sono nati e nasceranno altri network sociali che possono essere interessanti per
alcuni target come scrivevo prima, ma in generale il social marketing vero si fa su
Facebook in Italia. Twitter e Pinterest sono ancora troppo poco utilizzati e Google+
è troppo di nicchia.

Facebook ultimamente pare voler monetizzare ad ogni costo e potrebbe forse stringere
le cinghie per chi di social marketing campa, limitando i servizi gratuiti in favore
di altri a pagamento.

E’ finita da un pezzo l’epoca in cui bastava fare una pagina dedicata al “culo” per
avere milioni di fan. Ora la competizione è fortissima, ma d’altro canto anche
l’audience è aumentata a dismisura e credo ci sia ancora spazio per tutti senza
grossi problemi.

Vedo sempre più professionisti specializzati in social marketing in Italia: Questo è
bene, il mercato sta evolvendo finalmente e sta diventando maturo, per lo meno in
certi ambienti.

Tutto questo mi ricorda molto quando è nato il webdesign: Tutte le professioni
legate ad internet hanno seguito un cammino simile, d’altronde.

Le possibilità sono infinite, viviamo in un’epoca bellissima in cui ci si può
reinventare abbracciando nuove professioni da un anno all’altro.




Chi è Itomi e cosa ha fatto:

Antonio Moro, meglio conosciuto come Itomi: ad oggi 27 dicembre 2012, 3273
articoli, 9737 commenti, 2527 amici, 45 gruppi seguiti su Lega Nerd…

Ha creato Lega Nerd nel 2009, il famosissimo social blog in crowdsourcing
dedicato alla cultura Nerd/Geek. Specialità: UX/UI Design, Graphic Design,
Brand Design, Social Marketing.


Attualmente e fin dal 2007 è il direttore creativo di Vae Victis
[http://vaevictis.it], uno studio italiano che produce videogames (OMG!)
che ha fondato insieme ad altri quattro soci.

Ha creato un paio di anni fa un blog che si chiama “Incauto Acquisto”
[http://incautoacquisto.com] dove le aziende spediscono materiale da recensire.

Nel 2002 inizia la sua avventura come Direttore Creativo di E-TREE, the
il più grande webdesign studio in Italia. Dal 2003 è Direttore Creativo presso
BlueLemon, uno studio dedicato ai WebGames, VideoGames ed alle
applicazioni RealTime 3D. E’ stato anche Direttore Creativo per WebTour Studio ed
ha sviluppato “TravelMix” brand, ilTour Operator di Mirabilandia.

Nel 2001 è stato partner e Direttore Creativo in Mimic Digital Contents,
creando contenuti digitali e format per Internet, la televisione ed il
teatro (con Mimic ha lavorato per la Triennale di Milano, per l’Eliseo di
Roma ed il teatro la Fenice di Venezia).
Negli anni 2000 e 2001 ha organizzato con Mimic e DollyDesign la prima e
più grande conferenza italiana di WebDesign: PixelDNA.


E’ stato il fondatore nel 1997 di IHGG, il primo newsgroup dedicato ai
giochi di ruolo in Italia, ai tempi super seguito e del sito web IHGGOL e
nel 1998, insieme ad Enrico Maioli, il fondatore di “DollyDesign” ora
dismessa, la prima webdesign community in Italia.

Non perdetevi il sito Itomi creative
[http://itomicreative.com/] e … ovviamente [http://leganerd.com].
























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