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Il Business Plan questo sconosciuto!

[Vol. 2] Il Business Plan questo sconosciuto


Come promesso nel precedente articolo affrontiamo un argomento spinoso e spesso visto più come un fastidio che come uno strumento veramente utile, il Business Plan.

Iniziamo da un bel concetto… il business plan è utile serve per ottenere finanziamenti dalle banche.

Siete d’accordo?

Finalmente qualcosa su cui siete d’accordo…
bene allora vi informo che state guardando quell’oggetto del mistero focalizzandovi solo sul suo dito mignolo al posto di osservare l’intero corpo!
Il business plan serve anche per ottenere i soldini dalle banche che ci servono per avviare l’attività ma quello è uno degli aspetti a margine, perché la cosa fondamentale è che intraprendendo tutto l’iter che ci porterà alla stesura del documento emergeranno criticità ed aspetti del mercato che ci faranno capire da subito se l’idea che abbiamo avuto è attuabile o meno… Mal che vada abbandoneremo il progetto prima di buttare via soldi e rischiare un bel fallimento!

Altro aspetto importantissimo il nostro Business Plan è una “Roadmap” che ci aiuterà sia nelle fasi di startup che durante i primi anni di vita del nostro progetto, parlo di progetto e non di azienda perché un “BP” può essere redatto anche per sviluppare del nuovo business da parte di aziende già esistenti, che vogliono approcciare nuovi mercati o semplicemente aprire una filiale in altre aree!

Ora che vi ho convinto a redigere un bel business plan per lanciare la vostra idea possiamo iniziare!
Un’oretta di lavoro e via possiamo stamparlo cosa ne dite?

Speravate di metterci anche meno tempo?

Vi capisco fare il compitino è noioso… forse è però è meno noioso che passare del tempo con il vostro avvocato quando dovrete andare a depositare i libri in tribunale1

Quindi bando alle ciance ed affrontiamo qualche idea un poco più concreta anche perché per redigere un buon business plan ci metterete settimane quindi è meglio mettersi il cuore in pace e focalizzarsi sul proprio business, esatto se volete avere successo dovete per forza pianificare tutto!
In primo luogo è fondamentale avere le idee chiare e capire dove e come reperire le informazioni ci si può rivolgere a professionisti o a vari enti ed associazioni per farci aiutare nelle varie fasi dell’analisi e della stesura del piano di fattibilità, ad esempio per chi risiede a Torino, come abbiamo già accennato in un paio di articoli da noi pubblicati, c’è il [MIP della Provincia di Torino]

Inizierei con una testimonianza, persone che partono da una idea e pianificano e realizzano un progetto commerciale di successo, vi ricordo che anche Grom è partita così per ottenere ad oggi un successo mondiale.



Tralascerei la parte prettamente compilativa del documento al fondo potrete trovare due Link con una descrizione schematizzata per punti su come impostarlo.

Invece in questa parte dell’articolo scriviamo quelle che sono le difficoltà operative di alcuni aspetti che trovo fondamentali.

L’analisi di Mercato


Questa è una delle fasi più improtanti e che vi porterà via tantissimo tempo, perché anche se conoscete il mercato di riferimento dovrete fare particolare attenzione a tantissimi aspetti quali l’area di influenza, la concorrenza diretta e anche indiretta in tale area, altro aspetto fondamentale è la previsione della velocità di reazione dei concorrenti soprattutto quelli indiretti perché spesso passano più inosservati ma ci possono poi creare dei problemi sulle previsioni della nostra roadmap.

[L’esempio]
Vi faccio un semplice esempio, ipotizziamo di voler aprire un piccolo locale di pizza al taglio da asporto, scegliamo un’area dove apparentemente non ci sono concorrenti diretti solo un piccolo supermercato e qualche bottega di alimentari e primizie, l’area è appetibile perché vicino ad un comprensorio scolastico.
Apriamo e otteniamo subito un ottimo rientro dovuto ad una campagna marketing di volantinaggio di fronte all’ingresso dopo un paio di giorni abbiamo la nostra bella coda davanti al negozio nelle ore cruciali come previsto…
Risultato dopo la prima settimana i nostri concorrenti indiretti si sono accorti della possibilità di aggredire quell’area di mercato ed hanno già reagito proponendo nel supermercatino la pizza al taglio con una offerta simile alla nostra.
Quindi il bacino di clienti che inizialmente avevamo previsto viene eroso, certo la nostra pizza è più buona è calda ma all’inizio pensavamo di avere il monopolio sull’area di influenza ed invece non è così.

Diventa molto importante essere bravi ad osservare tutti i potenziali concorrenti e organizzare le nostre strategie prevedendo anche tali situazioni meno lampanti.
A questo punto una volta individuato la concorrenza diretta ed indiretta consiglio di utilizzare una [Matrice SWOT] questo ci permetterà di comprendere i punti di forza e debolezza del nostro prodotto e di pianificare conseguentemente le fasi operative.

La Strategia Marketing


Questo è uno degli aspetti che spesso si tralascia nelle PMI ed invece per la buona riuscita di una startup o di un progetto diventa fondamentale pianificare una strategia marketing e stabilire un budget adeguato alle esigenze.

[L’esempio]
Tornando all’esempio di prima la nostra pizzeria potrebbe decidere di posizionarsi anche su un mercato di nicchia e produrre la pizza per celiaci [è un mercato in crescita come spiegato nel nostro ultimo articolo sul tema], a questo punto la strategia di marketing potrebbe variare in base a questa scelta sul prodotto e utilizzare strumenti web di geolocalizzazione, accordi con associazioni legate all’argomento, realizzazione di campagne web con la pubblicazione di contenuti on line, propagazione del materiale pubblicitario attraverso le farmacie, e via dicendo!

L’organizzazione operativa dell’azienda e del ciclo di produzione


Questo è un aspetto molto complesso per riuscire a pianificare la produzione si deve conoscere bene l’argomento non si può improvvisare quindi o si conosce approfonditamente perché abbiamo fatto esperienza sulla produzione dell’oggetto/servizio che intendiamo offrire, oppure dovremo formarci o rivolgerci ad un professionista.
Sempre tornando al nostro esempio dovremo iscriverci ad un corso per pizzaioli e poi ad uno per la certificazione degli impianti e del personale, per la produzione di cibi per celiaci.

L’organizzazione e gestione del personale


Questa parte è abbastanza delicata perchè oltre a mettere nero su bianco nomi e mansioni bisognerà scegliere chi fa cosa ed in che modo.
L’unico consiglio che posso darvi è prendere in considerazione le abilità e le attitudini di tutti prima di promuovere una persona in un ruolo è fondamentale che tale individuo si senta a suo agio con quel vestito addosso.
Come dicevo in precedenza questo documento non serve solo ad ottenere i fondi necessari al progetto ma deve diventare un punto di riferimento e di condivisione di obiettivi e vision aziendali tra tutti i componenti del team!

La stesura degli obiettivi a breve e medio termine


In questa fase è importante pianificare le attività per il raggiungimento di obiettivi sia di breve termine che di medio, dovremo essere in grado di pianificare la ormai famosa roadmap che descrive le tempistiche che ci porteranno ad essere operativi ed in grado di iniziare ad introitare ricavi!
Consiglio per questa fase di utilizzare un software per la generazione di un [Diagramma di Gantt] (tra gli approfondimenti trovate il link al sito di un progetto open source dove potrete scaricare gratuitamente un software specifico per la pianificazione delle risorse)

Eccoci giunti alla fine di questo articolo, naturalmente ci sarebbero tantissime altre cose da dire, ed argomenti da approfondire ma spero di avervi almeno dato qualche informazione utile, intendo approfondire in futuro singoli aspetti del Business Plan e della pianificazione dei vari aspetti operativi della messa in opera di un progetto su [Sail4Sales]

Se volete aggiungere idee o opinioni oppure porre domande in merito all’articolo potete farlo nei commenti al fondo, che ho lasciato assolutamente liberi!

Scritto da Daniele Catarozzi

Fonti e approfondimenti:

[Come fare un Business Plan in 10 mosse – il Sole 24 ore]

[Imparare a scrivere un Business Plan efficace – Ninja Marketing]

[Gantt Project cross platform desktop tool for project scheduling and management]

W_Savigliano

Oggi intervistiamo Walter Savigliano la persona che ha posto il 100° Like sulla pagina Facebook di MC2 MarketCool.
Scopriamo in sieme chi si cela dietro un gesto che facciamo quotidianamente e che raramente si concretizza in un vero scambio di idee e pareri… Noi di MC2 abbiamo voluto andare un poco oltre lo “specchio” e scoprire chi c’è dietro!
Walter si è reinventato passando dall’esperienza nel settore automotive a quello delle strategie web, uno di quei classici casi in cui la passione per un hobby diventa poi il proprio mestiere!

Ciao Walter, dalla tua presentazione sul sito [Wuesse.com] emerge che ad un certo punto della tua vita hai deciso di seguire le tue passioni e farne un lavoro, quali sono state le principali difficoltà iniziali?

Devo dire che mettersi in proprio è un bel passo, che ho sempre sognato e cercato. Le difficoltà iniziali erano sopratutto di impatto con un mercato che conosco e non conosco, anche se ho fatto varie ricerche per vedere eventuali concorrenti, cosa proponevano ecc.. Il mio obiettivo era, e lo è tutt’ora, il mercato delle auto e i loro concessionari, visto che è pane per i miei denti arrivando da questo mercato con quasi 30 anni di esperienza. Ma loro sono un pò restii alla creazione di un sito o alla sua pubblicità, per cui mi sono trovato un bel muro. Fortunatamente, essendo conosciuto in questo campo per la qualità, la trasparenza e il mio metodo di lavoro, chiaro e sincero, con la forte volontà di creare sempre il win-win, il mio primo cliente è stato da subito il mio vecchio datore di lavoro e via via sono arrivati anche altri, che pur non essendo nel campo auto, hanno potuto constatare la mia professionalità e per questo si sono affidati a me. Poi arriva il passa parola, la pubblicità online e via via altri canali che si stanno piano piano aprendo inaspettatamente.

Fare il consulente web in un momento in cui il mercato viene affollato da guru improvvisati e giovani alle prime armi non deve essere semplice, quali mezzi utilizzi per differenziarti?

Come già accennato e già descritto nel mio sito, da sempre desidero lavorare con qualità. L’esperienza mi porta a differenziarmi per la professionalità, la sincerità ed il rispetto per il cliente. Ho la fortuna di essere stato il responsabile della Qualità e auditor interno presso il vecchio datore di lavoro, per cui sono al corrente del funzionamento della ricerca del cliente, della fidelizzazione e del rispetto delle sue richieste. Se non ci fossero questi valori non ci sarebbe spazio e non verrei cercato dai miei clienti. Non cerco la vendita forzata e la mia sola soddisfazione ma anche quella del cliente. Se non accetta il mio preventivo, posso insistere uan volta ma non di più. E 2 su 3 ritornano, perchè ho dato loro fiducia e tempo per decidere senza stress. So benissimo che certe vendite arrivano dando poco tempo al cliente per decidere, ma la sua soddisfazione non è totale, di questo ne sono certo.

Sito internet e pubblicità on line e offline, visto il momento congiunturale ci daresti qualche tua breve considerazione?

Una grande percentuale dei siti in circolazione non svolgono completamente la loro mansione e non sono adeguati. Il sito rispecchia il cliente per cui è già un parere, se per giunta è costruito male, poco scorrevole è finita. Il mio obiettivo è la creazione di un sito dinamico, contenuti corti ma chiari, veloce da consultare e grafica pulita. Il sito deve essere collegato alla pagina Facebook, Twitter o quant’altro (dipende dal mercato) per cui intercomunicanti tra loro in modo automatico. Una news verrà pubblicata automaticamente dal sito in Facebook, dove ho già effettuato la pubblicità e guadagnato molti fans ai quali posso trasmettere i miei messaggi promozionali o pubblicitari.
Attenzione: il tutto deve essere costruito in modo fluido e automatico, facendo attenzione a molti particolari, tra cui sicurezza, immagine, e tanto altro.
Con tutto questo non desidero minimizzare la pubblicità offline, sono a favore dei quotidiani cartacei e non, riviste specializzate ma meno favorevole alla televisione, questo strumento è adatto alle grosse aziende e non ai piccoli imprenditori che cercano spazio. Al momento Internet è lo strumento di gran lungo più utilizzato dagli utenti per le loro ricerche, di qualsiasi tipo. Quante volte un potenziale cliente arriva in negozio, in azienda o in un concessionario auto conoscendo alla perfezione il prodotto in tutti i suoi dettagli? Quasi sempre..

Quanto influisce su un progetto web l’advertising on line in soldoni?

Generalmente le aziende hanno un budget per il marketing, ma a mio avviso molto spesso viene distribuito in modo molto dispersivo senza controllare quale strumento può dare i risultati migliori. La pubblicità online è, a mio parere, lo strumento ideale per farsi conoscere e allargare il campo d’azione. Il prezzo varia molto, dipende dal prodotto, dagli obiettivi, dalla zona, dagli utenti. Per fare un esempio, se una piccola azienda prima investiva 10000 euro all’anno in pubbicità, sponsor, cartelloni, giornali senza considerare il web, al momento attuale dovrebbe dedicare almeno il 50% di questa cifra, al web marketing.

Cosa ne pensi di questa corsa al web che in Italia stenta a partire, è vero che la maggior parte degli imprenditori delle PMI non credono negli strumenti web 2.0?

Si, sono d’accordo. Per quanto mi riguarda, chi spesso è titubante è piccolo imprenditore e l’imprenditore che ha paura del cambiamento. Sento dire che “ho sempre fatto cosi e dunque non cambio” oppure “costa troppo, adesso non posso”. In alcune situazioni lo posso capire ma il mondo sta cambiando e non è possibile a volte non farlo anche noi. E’ un dato di fatto che Internet è lo strumento di “CONOSCENZA” più diffuso, dunque io credo quasi vitale per un’azienda. Ma deve essere sempre usato con cautela, da esperti, da persone con passione che credono nel proprio lavoro, accompagnando l’imprenditore al raggiungimento dei suoi obiettivi.

Quali sono i benefici di aprire le proprie porte sul web con mezzi di comunicazione one 2 one?

Il dialogo ono to one è fantastico. Gestisco un blog aziendale nel quale rispondere alle domande dei clienti o potenziali clienti da molta soddisfazione. Si crea una vera comunicazione, con un rispetto tale reciproco da soddisfare entrambi anche senza che il cliente abbia ottenuto ciò che voleva, nel senso che, ad esempio, non esiste il prodotto. Ma quello che è certo è che lo hai fidelizzato, lui ha capito con chi ha a che fare e ritornerà. Forse avrà bisogno di cercare il prodotto anche da altri parti per avere una conferma e scoprirà che ciò che gli hai detto è verità per cui ti darà fiducia. E questo, a mio modesto parere, non solo online, ma in tutti i campi.

Ringraziamo Walter che resta a vostra disposizione per eventuali domande… I commenti sono aperti a tutti!

Mi raccomando non perdetevi le prossime novità… Stay Tuned!

Intervista di Daniele Catarozzi


















Bcom

Gentili colleghi Cibernauti questa sera vi presento un evento dedicato al web marketing e al commercio elettronico.
Essendo nato e vivendo a Torino vi assicuro che le persone da queste parti quando si mettono in testa di fare qualcosa lo fanno ad un livello esponenziale…

Mi pregio quindi di presentare “BCom” e vi invito a leggere l’articolo che ho scritto per l’evento, lo trovate a questo link…


[E-commerce un piccolo passo per l’uomo un grande passo per il business]




Sicuro che chi è costantemente a “caccia” di nuovi clienti saprà far frutto di parole e incontri…

Quindi… Se siete alla ricerca di idee interessanti e costruttive sapete dove trovare le risposte!!! 😀

Daniele Catarozzi


















itomi_02

E’ la nostra prima intervista on-line!!
Intervistiamo Antonio Moro, alias Itomi.
Sebbene Antonio Moro possa vantare oggi moltissime esperienze come “art director”, tanto che prima di sapere dei suoi 34 anni, leggendo il suo cv on-line pensavo fosse un ultracentenario :-), oggi approfondiamo la sua esperienza professionale come creatore di Lega Nerd, il blog in crowdsourcing di cui abbiamo parlato ampiamente nell’articolo [MysteryCool: Lega Nerd, un social blog di successo], scatenando una discussione di più di 80 commenti.


E ora iniziamo …


Itomi, ora immagina che io sia Daria Bignardi, ti ricevo nel mio studio ampio e pieno di pubblico … come misura di tette ci siamo 🙂 … mi mancano solo le camicie di seta!!!
Iniziamo con le domande.


Itomi o Antonio Moro, definisci la tua % Nerd?
E dicci in 4 parole la % rimanente che cos’ è, ovvero che persona sei.


Premesso che essere nerd va ben oltre lo stereotipo che si è creato negli ultimi
anni, se dovessimo prendere come parametro i “canoni” nerd classici allora credo che
avrei un index molto alto.


Ho avuto la grande fortuna di essere nato “al momento giusto” per vivere in prima
persona alcune delle più importanti rivoluzioni della tecnologia, dal primo periodo
dei computer e video games alla nascita di internet.

Il mio primo computer è stato un Commodore 64, arrivato come un “messia” in casa mia facendo finire la NES in garage.
Ho vissuto la prima fase di “internet” quando già da anni mi collegavo alle BBS locali e internazionali con un adattatore telematico
della Sip collegato al C64. Quando è arrivato il web per noi era già “casa”, per il
resto del mondo solo un nuovo sistema di comunicazione con un grande potenziale.


Ho vissuto tutta l’epoca dei provider internet locali, con i loro abbonamenti
costosissimi e tutta la “moda” di “appropriarsi” degli abbonamenti utilizzati in
luoghi pubblici, come biblioteche o locali che mettevano a disposizione un
collegamento internet a pagamento.

Tanto che appena uscito da scuola ci sono andato a lavorare per un provider, facendo
il “web designer” quando ancora eravamo qualche decina in Italia a saper programmare
in HTML.

Sono cresciuto a suon di giochi di ruolo e mondi fantasy, ho vissuto l’epoca di
Dungeons & Dragons quando la TSR era la TSR. Ho continuato a giocare di ruolo da
quando avevo 12 anni ad oggi che ne ho 34.
Ancora oggi il giovedì sera gioco con
gran gusto, alternando un gruppo che gioca a Star Wars RPG in cui interpreto un
contrabbandiere interplanetario ad un altro gruppo in cui faccio uno stregone nella
Terra di Mezzo con GiRSA.

Ho frequentato club di giochi di ruolo prima e ludoteche poi da sempre, ho avuto la
grande fortuna di crescere in una zona d’Italia in cui il gioco intelligente ha
trovato luoghi di aggregazione molto prima che in altre. Ravenna da quando ho
memoria è sempre stata piena di ludoteche, negozi di fumetti, club privati e simili,
vere e proprie tane di nerd.

Leggo fantasy e fantascienza, tra le altre cose, da quando so leggere. Ho iniziato
ad usare sistemi 8086 da quando c’era solo MS-DOS e ho vissuto la nascita di
Windows.


Ho avuto la fortuna di frequentare un istituto superiore, l’I.T.I.S di Ravenna, che
aveva, per l’epoca (anni novanta), un laboratorio di informatica decente e,soprattutto,
una biblioteca con uno dei primissimi accessi internet per gli studenti in Italia.
Fondamentalmente rompo il cazzo online da quando esiste “online” e lavoro su internet da quando esiste il web. Sono abbastanza stereotipo? 🙂




Oggi si parla sempre più spesso di economia sostenibile, di riciclo e consumo etico, alla radio imperversa Mister Planet ed in TV mister Green.
I nerd sono anche green?


Io parlo per me, ogni nerd ha le sue idee in proposito immagino. Io trovo che per
quanto i temi di cui parli siano importanti e fondamentali per il continuo della
nostra specie… gli ultimi picchi su sostenibilità ed ecologia sono un’ipocrisia da
abbraccialberi.




Lega Nerd è nata nell’ottobre 2009. Hai iniziato da solo questa avventura?

Lega Nerd arriva dopo un periodo passato a scrivere prima per altri e poi per miei blog,
in cui ho fatto un sacco di esperimenti con WordPress.
WP e gli altri primi CMS in php hanno dato a chi come me è più grafico che programmatore
la possibilità di sviluppare blog prima e community poi molto semplicemente.
Ho sempre sviluppato da solo o quasi i miei siti.




Quanto tempo ci dedichi ogni giorno a parte gli altri lavori che svolgi?
Come ti organizzi?


Difficile dire un numero di ore giornaliere. Lavoro in ufficio su internet tutto il
giorno e la sera porto a casa il portatile, oltre ad avere tablet e smartphone
sempre connessi. Su LN posso lavorare, correggendo bozze di articoli, rispondendo ai
commenti o nei forum, praticamente 24 ore su 24.
Posso passare un giorno o due senza che lo guardi e giornate in cui rimango incollato tutto il giorno. Fortunatamente il
mio primo lavoro mi permette di gestire liberamente i tempi e posso quindi
organizzarmi come credo.

In generale? Passo un mucchio di tempo a lavorare su Lega Nerd, che sia lo sviluppo
di nuove feature o la correzione di bug oppure la gestione della community o, per
finire, la scrittura di nuovi articoli.




Quanti collaboratori hai per Lega Nerd?

Mi aiutano tutta una serie di amici e volontari, che siano promossi ad editor o
autore o che siano semplici collaboratori che inviano un articolo in bozza… sono
comunque parte della community per quanto mi riguarda e tutti hanno parimenti
contribuito al successo del sito.


A parte me l’unica altra persona “ufficiale” è Gianluca Zamagni, che ci fa da
sistemista e cura appunto il lato server della questione: Una parte a dir poco
cruciale visto i picchi di traffico che abbiamo raggiunto negli ultimi tempi.




Qual’ è secondo te il futuro del social media marketing in Italia?

Facebook si sta muovendo egregiamente. Ha messo a disposizione tutti gli strumenti
che ci servivano per promuovere i nostri contenuti, sia attivamente che
passivamente, statistiche, possibilità di promuovere i post a pagamento, strumenti
di integrazione diretta e indiretta tra blog e network.


Sono nati e nasceranno altri network sociali che possono essere interessanti per
alcuni target come scrivevo prima, ma in generale il social marketing vero si fa su
Facebook in Italia. Twitter e Pinterest sono ancora troppo poco utilizzati e Google+
è troppo di nicchia.

Facebook ultimamente pare voler monetizzare ad ogni costo e potrebbe forse stringere
le cinghie per chi di social marketing campa, limitando i servizi gratuiti in favore
di altri a pagamento.

E’ finita da un pezzo l’epoca in cui bastava fare una pagina dedicata al “culo” per
avere milioni di fan. Ora la competizione è fortissima, ma d’altro canto anche
l’audience è aumentata a dismisura e credo ci sia ancora spazio per tutti senza
grossi problemi.

Vedo sempre più professionisti specializzati in social marketing in Italia: Questo è
bene, il mercato sta evolvendo finalmente e sta diventando maturo, per lo meno in
certi ambienti.

Tutto questo mi ricorda molto quando è nato il webdesign: Tutte le professioni
legate ad internet hanno seguito un cammino simile, d’altronde.

Le possibilità sono infinite, viviamo in un’epoca bellissima in cui ci si può
reinventare abbracciando nuove professioni da un anno all’altro.




Chi è Itomi e cosa ha fatto:

Antonio Moro, meglio conosciuto come Itomi: ad oggi 27 dicembre 2012, 3273
articoli, 9737 commenti, 2527 amici, 45 gruppi seguiti su Lega Nerd…

Ha creato Lega Nerd nel 2009, il famosissimo social blog in crowdsourcing
dedicato alla cultura Nerd/Geek. Specialità: UX/UI Design, Graphic Design,
Brand Design, Social Marketing.


Attualmente e fin dal 2007 è il direttore creativo di Vae Victis
[http://vaevictis.it], uno studio italiano che produce videogames (OMG!)
che ha fondato insieme ad altri quattro soci.

Ha creato un paio di anni fa un blog che si chiama “Incauto Acquisto”
[http://incautoacquisto.com] dove le aziende spediscono materiale da recensire.

Nel 2002 inizia la sua avventura come Direttore Creativo di E-TREE, the
il più grande webdesign studio in Italia. Dal 2003 è Direttore Creativo presso
BlueLemon, uno studio dedicato ai WebGames, VideoGames ed alle
applicazioni RealTime 3D. E’ stato anche Direttore Creativo per WebTour Studio ed
ha sviluppato “TravelMix” brand, ilTour Operator di Mirabilandia.

Nel 2001 è stato partner e Direttore Creativo in Mimic Digital Contents,
creando contenuti digitali e format per Internet, la televisione ed il
teatro (con Mimic ha lavorato per la Triennale di Milano, per l’Eliseo di
Roma ed il teatro la Fenice di Venezia).
Negli anni 2000 e 2001 ha organizzato con Mimic e DollyDesign la prima e
più grande conferenza italiana di WebDesign: PixelDNA.


E’ stato il fondatore nel 1997 di IHGG, il primo newsgroup dedicato ai
giochi di ruolo in Italia, ai tempi super seguito e del sito web IHGGOL e
nel 1998, insieme ad Enrico Maioli, il fondatore di “DollyDesign” ora
dismessa, la prima webdesign community in Italia.

Non perdetevi il sito Itomi creative
[http://itomicreative.com/] e … ovviamente [http://leganerd.com].
























grattacieli_NYFoto di Cinzia Rui “NY”

Questo articolo non vuol essere una guida nè tantomeno aver pretese di insegnamento, se cerchi un vangelo hai sbagliato posto.

Vuol essere semplicemente una condivisione di quello che sto portando avanti col mio blog ZAC 3.0 e sul mio sguardo sul marketing e le vendite.

Tralascio quindi la spiegazione di cosa sia il web marketing e i vari SEO (Search Engine Optimization) SEM (Search Engine Marketing) SMM (Social Media Marketing) DMM (Direct Mail Marketing). Basta inserire le sigle in un qualsiasi motore di ricerca e potrete farvi una “cool-tura” smisurata.
Scriverò per quello che so.

Innanzitutto sgombriamo il campo da ombre e giochiamo alla luce del sole.
Il marketing come credono in molti non è “fare pubblicità”, è anche pubblicità (promotion) ma non solo.
Il B2B (business to business) è quel segmento di mercato dove le transazioni finanziare avvengono tra due aziende. Quindi tu non vendi il tuo prodotto/servizio all’utilizzatore finale ma a qualcuno che poi lo rivenderà a sua volta.
Nel B2C le transazioni avvengono invece tra azienda e consumatore finale.

Va da sé che le differenze sono abissali, o almeno così appare. Continuando a leggere capirai perché forse quell’abisso non è poi così profondo.


baratroFoto di Cinzia Rui “Il baratro”



Nel mio settore, quello metalmeccanico in generale e quello della zincatura a caldo nello specifico, la presenza del web nel sistema azienda si limita, comunemente, ad un sito internet. Poco interattivo, statico, di mera presentazione di prodotti.
Le sezioni dei siti di carpenterie metalliche sono solitamente riconducibili a “chi siamo”, “prodotti e servizi”, “contatti” e “dove siamo”. Il linguaggio è molto tecnico, noioso da leggere, poco attraente e soprattutto identico e monotono.

Mi sono detto, perché non provare a raccontare il mio lavoro da un altro punto di vista?
Perché non mostrare tutto il sudore e la fatica che ne fanno parte, tutto l’umano di questo settore?
Perché non ascoltare e raccontare in toni comprensibili “le voci” del lavoro?
Perché non mettere tutto ciò al servizio dei miei clienti?

Ho iniziato a utilizzare i cinque sensi, ho ascoltato rumori, mi sono tagliato con punte metalliche, ho filmato, ho riguardato e ho scritto … ho annotato tutto.
Poi ho scelto e ho deciso di condividere in rete, attraverso il mio blog, quello che il lavoro e la vita mi stanno offrendo.

Mi sono detto Io faccio il venditore di zincatura a caldo, appassionato di marketing, e sono così. E posso essere utile ai miei clienti.

Troppo sognatore?
Troppo romantico?
Troppo irriverente?
Troppo sincero?

E’ davvero così importante la risposta a queste domande?
L’obiettivo di ZAC 3.0 è ascoltare, dare risposte, fornire spunti di riflessione, creare contatti e possibili business. Parlare un linguaggio comprensibile senza risultare saccente e rendendo la competenza fruibile e “rivendibile” da parte del mio cliente (siamo o non siamo nel bi tu bi?).
Dare consigli e offrire contenuti utili che permettano al mio cliente di vendere di più. E creare fiducia. Posizionarsi al primo posto nella testa del cliente. Un primo posto sudato e meritato, che resista alle offerte “sbracate” dei concorrenti. Hai sentito parlare della zincatura ? Bene la prima cosa che ti verrà in mente sarà ZAC 3.0 e sarò io.

Il web marketing per un’azienda dovrebbe essere quel sistema di azioni e relazioni che, attraverso la rete, genera contatti e possibilità di business che il reparto vendite dovrà trasformare in clienti e ordini.
Conviene o non conviene?


E a me lo chiedi? Non ho in mano il tuo bilancio.
Personalmente considero il web come la vecchia piazza, o il vecchio “mercato”. Oggi l’offerta è nettamente superiore alla domanda, la piazza è stracolma di bancarelle e di clienti che si scambiano informazioni. Come azienda bisogna decidere se esserci o meno. Il come , il quando, il “con che cosa”, vengono dopo.
E se tu azienda decidi di esserci lo farai attraverso qualcuno di cui hai fiducia, a cui darai mandato di rappresentarti sulla piazza virtuale.
E quel qualcuno, credo ancora per qualche decennio, sarà un umano (salvo invasioni di qualche “dark planet”).
E se un umano rappresentante dell’azienda fornitrice Alpha , portatrice di offerta, incontra un altro umano rappresentante dell’azienda Iota possibile cliente, portatrice di domanda, cosa può succedere?


sagome_trovarsiFoto di Cinzia Rui “Amanti”


Che se la domanda trova risposta adeguata Iota acquista da Alpha.
Allora forse l’abisso tra “bi tu bi (B2B)” e “bi tu si (B2C)” non è poi così profondo…

Scritto da Roberto Salvato

Marketcool ringrazia Roberto Salvato… Collega Venditore e Blogger…
Seguite le sue avventure su: [ZAC 3.0]



















Se siete dei “Jedi marketer” devoti e con una incondizionata fede nel web marketing non vi consiglio di proseguire oltre, perché in questo articolo espongo il pensiero di un Jedi marketer che è passato al “Lato Oscuro” e che svelerà l’altra faccia della medaglia… o meglio… mi vestirò dei panni di chi proprio, non capisce, non crede in queste cose e non reputa importante o proficuo investire nella “Forza del Web”.

Ok se volete continuare comunque a leggere, sappiate che lo fate prendendo atto che, come ogni Sith che si rispetti ci andrò giù pesante!!!! 😉

Partiamo da un semplice concetto, “la storia la scrivono i vincitori” quindi se alla fine delle Star Wars i Sith avessero vinto, avreste visto una saga basata sull’oppressione di Cavalieri Jedi, reazionari, fanatici che mantengono il potere con il terrore imposto dalle spade laser, persone che sopprimendo i propri sentimenti vessano creativi che utilizzano amore, odio, rabbia… per trarre beneficio da tali sensazioni e plasmare l’universo a proprio piacimento…



Insomma Vincent Van Gogh e Salvador Dalì… come minimo sarebbero stati spacciati!

Per fortuna alla fine son stati sconfitti e il pacifico e “liberale” Impero Galattico ha trionfato… ma andiamo al sodo.

Nel mio viaggiare attraverso l’universo ho conosciuto vari tipi di Jedi e di Sith vediamo di fare chiarezza sulle caratteristiche salienti degli uni e degli altri.



Il Jedi Marketer fervente

Questo è uno dei personaggi che si incontra abbastanza facilmente nell’universo web nella galassia dei Social Network, di solito si lamenta del fatto che i Sith e le persone in generale non lo capiscono.

“Gli Altri”… coloro che, Il Jedi Marketer Fervente, definisce in gergo “Il Management” oppure i “maledetti” CEO delle PMI, proprio non comprendono gli innumerevoli benefici della “forza del web”, anzi… i Jedi Ferventi, arricchiscono di dettagli le loro infinite lamentose recriminazioni, di quanto i Sith ed il Management, siano sciocchi a non rendersi conto che l’unica strada sia quella della “Forza buona del web…” pensano che questi individui se sono dove sono è per puro mistero legato a qualche aspetto della “Forza” che non padroneggiano ancora!!!



Ok ora espongo la mia visione Sith…

Caro “Jedi Marketer” perché non ti spogli un attimo della tua veste di marketer e se devi vendermi un concetto non ti metti un attimo ad ascoltare le mie esigenze e non inizi a parlare la mia lingua, potresti in questo modo spiegarmi quali sono i benefici di ciò che mi stai proponendo e potremmo cercare delle soluzioni in sieme!

Insomma… sii un poco meno Jedi e un poco più Watto, il Toydariano venditore di parti usate di astronavi… (vedi La minaccia fantasma e L’Attacco dei Cloni).



Mi capita spesso di intervenire ad alcune conferenze sull’advertising e ascoltare testimonianze di “Jedi Marketer” che sono comprensibili solo a noi del “mestiere”, mi guardo intorno e vedo le facce ceree dei CEO e del “management” appena si parte con la solita pletora di acronimi… SEO, SMM, SMO, SEM, DEM, PPC… E-Commerce, social commerce… Il Pulcino Pio… Ma ragazzi stiamo scherzando?

Un imprenditore cosa può fare… è interventuo all’evento investendo tempo prezioso, per cercare di avere spunti di riflessione su come migliorare il suo business e si trova ad ascoltare una comunicazione in codice delle “forze speciali”!

Quando si parla poi di quantificare i benefici di investimenti nella “Forza del Web” è impossibile farlo, perché se si mettono in una stanza cento “Maestri Jedi Marketer” ognuno avrà una opinione diversa e poi ci si lamenta che il management non capisce???



I’Apprendista Jedi Marketer

Guardatevi dall’apprendista, intriso di fervore mistico cercherà di convincervi a tutti i costi di intraprendere la strada del “Lato Buono della Forza”, vi proporrà investimenti minimi per fare salti al limite dell’incredibile ma puntualmente dimentica mille aspetti collaterali.

Piccoli esempi che puntualmente vengono dimenticati o accantonati come aspetti di poco conto, gli e-commerce necessitano di ingranaggi logistici ben oliati ed investimenti importanti in advertising per funzionare, un progetto di marketing deve prevedere più canali ma soprattuto deve essere programmata una strategia, altrimenti il rischio di investire inutilmente è decisamente alto.

I budget per il marketing si abbassano in periodi di crisi e si deve massimizzare il risultato con quello che si ha, a volte il budget è vicino al vuoto assoluto dello spazio… 😉

Per questo gli errori vengono poco “tollerati” quindi una pianificazione accurata è uno degli strumenti migliori per evitare costosi errori, comunque per ogni eventualità…


Consiglio lo stile di incentivazione Sith…




Il Lato Oscuro e la visione finale
Essendo un Sith a questo punto decido che forse non mi interessano le idee degli altri Sith quella è una cosa da Jedi e inizio ad immaginare un universo plasmato intorno alle mie… di visioni creative…

Forse nessuno ha ragione, forse dovremmo cambiare completamente approccio cambiare modo di vedere l’universo, i Sith e compagnia bella dovrebbero capire che di alcuni investimenti non si può calcolare un ROI, che esiste la brand reputation e che i benefici di alcune strategie si vedono nel lungo termine, i Jedi d’altro canto non devono per forza percorrere la loro strada incuranti di ciò che accade per le strade del mondo, perché business is business e se non si vende si va tutti a casa!



Big thanks to David Grosso (Charlotte USA) for the ideas on the Dark Side!

scritto da Daniele Catarozzi

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